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Roma
Mafia Capitale: ferie finite, si riprende. “Carminati da 30 anni capro espiatorio”

Prima udienza dell'anno per Mafia Capitale: il maxi processo ha ripreso lì dove si era interrotto. Ancora una volta, sul banco dei testimoni è stata la volta volta del maggiore del Ros Rosario Di Gangi. Il militare, terminata la sua deposizione, ha risposto alle domande di alcuni dei difensori dei 49 imputati finiti a processo con rito immediato. "Forse sono 30 anni che qualcuno cerca di coinvolgere Carminati in vicende alle quali è estraneo", ha detto il penalista Bruno Giosuè Naso, difensore di Carminati, dopo aver elencato i casi giudiziari nei quali è stato coinvolto il suo assistito nel tempo. Lo stesso legale, rivolgendo numerose domande al teste, ha ricordato come Carminati sia stato assolto in procedimenti come quello per l'uccisione di Mino Pecorelli e in quello per il depistaggio per la strage di Bologna. Anche nel processo a carico dei "Nar", ha evidenziato Naso, Carminati è stato condannato solo per rapina e non come appartenente al gruppo ma, malgrado ciò, continua a essere costantemente ricordato come "ex Nar". "Carminati è come un jolly valido per tutte le stagioni", ha concluso.
Un altro tema oggetto del contro esame condotto dall'avvocato ha riguardato il "pedinamento" da parte del Ros, finito agli atti delle indagini preliminari, dell'avvocato Ippolita Naso. Nella circostanza, che si inserisce nell'ambito del capitolo di inchiesta che riguarda le vicenda del contenzioso davanti al Tar tra Salvatore Buzzi e una società francese, Bruno Naso ha detto: "Parliamo di un pedinamento del difensore di un indagato sulla base di intercettazioni a carico dell'indagato che non sono indicate". Un aspetto, quello della mancanza di riferimenti alle intercettazioni che hanno dato origine al pedinamento, sul quale Di Gangi dovrà riferire con precisione in futuro, dato che a riguardo non disponeva oggi di informazioni precise.
Ancora in materia di pedinamenti, lo stesso Naso ha raccontato come Carminati, accorgendosi della presenza dei militari che lo seguivano, in una circostanza abbia cercato di avvicinarne uno e di chiedere spiegazioni.
Interrotto il contro esame di Di Gangi in attesa del deposito delle trascrizioni delle intercettazioni, il procedimento è proseguito con la testimonianza del Capitano del Ros Giorgio Mazzoli, che rispondendo alle domande dei pm ha cominciato oggi ha ricostruire parte dell'inchiesta. In particolare Mazzoli, ha prima raccontato di un primo "contatto" con Carminati, del quale avevano chiesto i tabulati telefonici nell'ambito di una indagine sulla ricostituzione di una banda armata ai fini eversivi dedita alle rapine facente capo ad alcuni ex Nar. Indagine nata nel giugno del 2010, in cui Carminati non era indagato, e di cui nel 2011 è venuta meno la finalità terroristica. Quasi contemporaneamente, gli stessi investigatori avevano riscontrato un'attività di riciclaggio di capitali da parte di Carminati e di un secondo soggetto. Indagando su questo filone sarebbero poi state avviate intercettazioni e pedinamenti a carico di Carminati che avrebbero condotto agli esiti dell'inchiesta Mafia Capitale.

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