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Roma

di Valentina Renzopaoli

Dovrà essere giudicato per disastro ambientale e avvelenamento delle acque da una giuria popolare della Corte d'Assise, il “Supremo”, l'ex patron di Malagrotta Manlio Cerroni. Insieme a lui, il giudice per l'udienza preliminare Cinzia Parasporo, ha rinviato a giudizio anche lo storico collaboratore Francesco Rando.

Il processo, davanti alla Terza Sezione del Tribunale di Roma, inizierà il prossimo 10 novembre. Il novantenne Cerroni è già sotto processo da oltre due anni per traffico dei rifiuti e associazione a delinquere, nell'ambito di un rito immediato dai tempi infiniti.

Secondo la tesi accusatoria del pubblico ministero Alberto Galanti, il disastro ambientale sarebbe stato causato dai due imputati che avrebbero omesso di adottare tutti gli accorgimenti per evitare la fuoriuscita del percolato che avrebbe inquinato la falda acquifera sotto la discarica di Malagrotta. La Procura sostiene che si sia verificato un reato di natura inizialmente colposa, e successivamente dolosa. Ovvero da quando, il 12 novembre 2010, l'allora sindaco Gianni Alemanno firmò l'ordinanza con la quale si imponeva di adottare tutte le misure di messa in sicurezza dell'invaso.
L'iter burocratico della giustizia amministrativa ha poi complicato la situazione: l'ordinanza  fu infatti impugnata davanti al Tar, che l'ha sospese dando ragione ai ricorrenti. Ma intervenne il Consiglio di Stato che annullò la sentenza del Tar, con l'effetto di far vivere nuovamente l'ordinanza comunale.
“Sono soddisfatta per l'accoglimento della prospettazione del pm, sostenuta fin dall'inizio dal Wwf Italia. Su questo argomento l'Associazione ha impegnato molte risorse negli ultimi 12 anni”, commenta l'avvocato di parte civile Vanessa Ranieri.

La settimana di fuoco non è ancora finita: venerdì 15 luglio, il Gup Nicola Di Grazia deciderà sul destino dei diciotto imputati coinvolti nel cosiddetto Cerroni bis; il troncone del processo sui rifiuti che vede alla sbarra pure l'ex governatore Piero Marrazzo e l'ex prefetto Goffredo Sottile. Un ultimo atto, poco più che inutile visto che la maggior parte dei capi di imputazione contestati sono già prescritti, ovvero tutti quelli ipoteticamente commessi fino all'agosto del 2009.

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