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Roma
Matteo Salvini: dopo l'Abruzzo la tentazione di una marcia su Roma della Lega
Matteo Salvini (foto Lapresse)

Matteo Salvini, al successo ottenuto in Abruzzo manca un piccolo anello: Roma. E la tentazione di una marcia leghista sulla Capitale è sempre più forte, anche se l'operazione Capitale è a rischio altissimo.

 

I dati provenienti dalla regione Abruzzo aprono di fatto una riflessione nel partito di Matteo Salvini. Alla Regione Lazio c'è e con tre consiglieri, una pattuglia sparuta e allineata al centrodestra nell'opposizione a Zingaretti, ma dove la Lega stenta a prendere vigore è il Comune di Roma dove l'unico rappresentante non ha resistito e si è autonominato presidente di un Gruppo dove c'è solo lui. Guardiamo allora all'Abruzzo con la lente sui voti del Lazio e i possibili scenari.

Prima ipotesi. Salvini cavalca l'onda abruzzese e lancia un'opa su Roma.

Tecnicamente il primo tweet con il quale aprire la “vicenda romana” potrebbe partire all'indomani delle elezioni europee, quando il risultato dovrebbe sancire il trend in ascesa della Lega e quello del declino del Movimento. Virginia Raggi è un sindaco sempre più debole, stretta tra il caos rifiuti, le buche e una visione di città che non va oltre una corsia per ciclisti sulla via Tuscolana. Da qui a maggio prossimo non avrà neanche mezzo dei bus promessi e sempre in tema di trasporti, i soldi del Governo per le metropolitane sono uno stanziamento al quale devono seguire capitolati, gare, appalti e poi i lavori. E poi c'è lo Stadio di Tor di Valle a rischio per il ricorso pendente dinanzi al Tar. La prospettiva è quella di un'attesa che potrebbe portare al logorio del già scarso consenso. A Salvini, dunque, basterebbe pestare sull'acceleratore della sottile polemica già avviata lo scorso autunno per dare la spintarella necessaria a far cadere la Raggi al prezzo di portare con sé anche la caduta del Governo.

A questo punto le prospettive potrebbero essere due: scontato il no a un nuovo incarico, o un Governo di programma, oppure nuove elezioni, magari in autunno e magari in un election day col Comune di Roma. Solo un ostacolo separerebbe la marcia su Roma: una classe dirigente da costruire e un candidato. Ma vista la “parata” abruzzese, non dovrebbe essere difficile trovare una “quadra romana”.

Seconda ipotesi. Salvini aspetta e logora Virginia Raggi.

È la tentazione più forte non solo per i tempi ma anche per l'inevitabile necessità di completare la costruzione di una classe dirigente romana, senza cadere nella tentazione di Alemanno, cioè quella di imbarcare pezzi sconclusionati della destra romana che lo hanno portato sì al Campidoglio ma anche a concludere amaramente l'esperienza. Dunque, si apre la caccia a leghisti romani della prima ora.

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