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Roma
Maturità, Raggi bocciata dal prof della Luiss: “Comunica ma zero contenuti”

di Diana Maltagliati

 

Gli esami per Virginia Raggi? Bocciata e senza appello, parola di Massimiliano Panarari, docente di Campaigning e costruzione del consenso all'Università Luiss di Roma.

I politologi hanno avuto più di un anno per valutare il Movimento di Beppe Grillo e la sua appendice romana tutta al femminile. 365 giorni che hanno prodotto un'idea ben precisa: quello che manca alla Raggi non è un buon sistema comunicativo, ma i risultati concreti.

Lo dice Massimiliano Panarari, docente di Campaigning e costruzione del consenso all'Università Luiss di Roma: “Il M5S ha un elemento essenziale nella comunicazione e nel marketing. Anzi è quello che in termini politologici potremmo chiamare un communication o marketing oriented party”, ha confermato. E in effetti la stampa ci riferisce di incontri costanti tra il sindaco e i vertici comunicativi del movimento, che la stanno aiutando a superare le critiche di opposizione e cittadini e le domande pungenti dei giornalisti ad ogni conferenza stampa. Secondo Panarari, però, quello che manca a Raggi è lo step successivo, ossia quello di costruirsi un'identità politica forte, in grado di persuadere l'elettorato della propria rilevanza. Una sfida non da poco in una città come Roma, che si porta sulle spalle un bagaglio di problemi irrisolti dalle giunte precedenti.
E se da un lato è finita la luna di miele tra il non più neo-sindaco e i suoi elettori - cosa che ha creato una perdita di consensi fisiologica - dall'altro Raggi deve assolutamente trovare il modo di tornare nelle grazie di chi l'ha votata, visto che secondo i sondaggi il 70% dei romani è deluso dal suo operato. Una sfida non da poco, soprattutto considerando le altissime aspettative di chi in sede elettorale ha barrato la casella dei 5 Stelle. “Diventa difficile poter adempiere agli annunci e alle promesse rivoluzionarie che sono state fatte”, sottolinea Panarari, che però ricorda anche che il movimento ha un ampio spazio temporale a disposizione per recuperare il consenso, a meno che le vicende giudiziarie non impongano al sindaco le dimissioni.

Il nodo del rinvio a giudizio
“Il rinvio a giudizio per falso e per abuso d'ufficio rappresenta un vero problema in termini d'immagine per il M5S”, spiega Panarari che però sottolinea come Grillo abbia modificato per tempo il codice etico in modo da non far finire la sua pupilla sotto la tagliola che ha decapitato altri componenti del movimento. “I 5 Stelle hanno una maggioranza schiacciante in consiglio comunale che consentirebbe una grande operatività, quella che manca nei fatti è la capacità di fornire risposte amministrative”.
Risposte che risultano fondamentali per sovvertire l'ondata di corruzione pervasiva che ha inglobato la classe politica con Roma Capitale.

Al Movimento mancano le politiche reali
Al Movimento 5 Stelle a Roma, insomma, non basta essere l'unica opposizione alla casta nemica dei cittadini, ma servono politiche sociali, urbane e amministrative che rendano la vita dei romani più semplice.
Per riuscire a farlo, però, serve che il Movimento si liberi delle faide interne che sono nate nel momento in cui Raggi ha dovuto affrontare alcuni tra i temi più importanti anche in campagna elettorale: i rifiuti e lo stadio. “Le dimissioni dell'assessora Muraro e la sostituzione con un'altra assessora dimostrano che quando la crisi sul tema rifiuti è diventata rilevante, la sindaca ha scelto di sacrificare la sua collaboratrice principale, che era stata difesa fino a quel momento”, ricorda Panarari. Anche per un altro assessore le sorti sono state le stesse. Si parla di Paolo Berdini e il tema diventa lo stadio della Roma: “Le sue dimissioni hanno accertato una situazione di conflitto interno tra i vertici e tutta una parte più movimentista legata alla base e alla militanza del movimento. Questo ha creato una sorta di frattura che va recuperata e anche se ora non emerge, avrà conseguenze in termini di consenso per il M5S con il passare dei mesi”.

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