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Roma
“Mela zeta”: la Bompiani in libreria, Nottetempo saluta Roma per Milano

di Patrizio J. Macci

Chiunque lavora nel mondo dell’editoria oppure si dedica alla scrittura con metodo e continuità, sa esattamente cosa accade digitando sulla tastiera del proprio computer (di solito un portatile di marca Apple) la combinazione “mela zeta”: l’ultima azione effettuata viene annullata. Di mela in mela si può tornare indietro ed emendare quanto è stato composto fino a cancellare tutto.


Ginevra Bompiani romana d’adozione (nel 2002 ha fondato la sua casa editrice Nottetempo nella Capitale) è traduttrice, scrittrice, editrice e saggista. Appartiene alla generazione della macchina da scrivere che permetteva al massimo di cancellare una parola, al gruppo di Umberto Eco e del padre Valentino Bompiani deus ex machina di una delle più grandi case editrici italiane. Ha scelto dalle decine di scrittori, editori e personaggi che hanno affollato la sua vita di figlia d’arte alcuni incontri che l’hanno segnata e contribuito alla sua formazione riversandoli nel volume “Mela Z”.

Per una bizzarra coincidenza il volume esce a ridosso della notizia del trasferimento della casa editrice da Roma a Milano. Il testo diventa quindi il suggello di un'esperienza geografica oltre che letteraria, il racconto di volti e parole che hanno segnato in maniera indelebile la sua esistenza, la memoria, la passione e la scrittura. Elsa Morante, Gilles Deleuze, Giorgio Manganelli, José Bergamín e Anna Maria Ortese e altri ancora sono, in questi testi occasioni perdute e ritrovate. Nel rimpianto per quello che avrebbe potuto essere ma non è stato c’è la vita che si dispiega nella sua drammatica concretezza. Sono incontri incompiuti, le telefonate e gli appuntamenti che l'autrice avrebbe voluto prendere e ora non può più per la scomparsa degli autori. Di Italo Calvino ricorda come zappavano la terra nel suo giardino a Roccamare, di Pasolini invece, i balli sulle balere del Tevere, quando la stimolava a leggere Gadda.

E, ancora, Elsa Morante, grande amante dei gatti ("vuoi mettere la compagnia che ti fa un gatto con quella di un uomo?", le diceva) tanto che le donne dei suoi romanzi erano tutte ispirate ai suoi felini. Una donna speciale conosciuta a Ponza leggera e abbastanza serena e poi "arresa dalla malattia". Con alcuni di quei personaggi, come nel caso di Giorgio Manganelli, si sentiva spesso al telefono ("sede principale della nostra amicizia") e amava ascoltarlo, inventare lunghe e sconvolgenti parole "che conosceva solo lui" o stare entrambi in silenzio per lungo tempo ("gli amici sono due che possono tacere insieme").

E poi Gilles Deleuze, Anna Maria Ortese, Ingeborg Bachmann e Sonia Brownell, la moglie di George Orwell, conosciuta a Londra, una donna con la quale gettarsi in nuove avventure. I ritratti di Ginevra Bompiani sono i frutti di un albero piantato in un’epoca differente, ma che possono essere colti in qualsiasi momento perché concimati con l’amore della cultura che li rende sempre verdi.

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