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Roma
Meningite da paura, ragazzi a rischio infezione: "Vaccino dopo i 12 anni"

Meningite da paura, i ragazzi sono a rischio infezione. L'Ordine dei Medici di Roma e Provincia con un documento invita la Regione Lazio a proteggere gli adolescenti: “Vaccinazione a partire dai 12 anni”.

 

L’Ordine dei Medici di Roma e Provincia invita la Regione Lazio a proteggere contro le meningiti nel miglior modo possibile sia i nuovi nati che gli adolescenti, rendendo sistematica su tutto il territorio e in ogni Azienda Sanitaria la vaccinazione attiva e gratuita dei bambini e degli adolescenti a partire dai 12 anni contro le Meningiti da Menigococco. Nello stesso tempo occorre continuare a proteggere i nuovi nati contro lo Pneumococco con la più ampia copertura vaccinale sierotipica possibile perché è proprio in queste due fasce di età che si registrano i tassi di incidenza più elevati.

È questa la sintesi di un documento prodotto dalla Commissione sulle vaccinazioni istituita nei mesi scorsi dall’Ordine nel quale peraltro si sottolinea l’importanza di proseguire la copertura con il vaccino 'antipneumococcicoPcv13' che attualmente è quello a più alta copertura sierotipica possibile ed utilizzato con successo nella nostra Regione.

L’esperienza del Belgio dove l’adozione del vaccino meno potente, il 'Pcv10', ha prodotto l’aumento di oltre 10 volte dei casi di infezione vaccino prevenibile, sta lì a dimostrare che non è proprio il caso di abbassare la guardia. “Considerando la potenziale letalità associabile in particolare al sierotipo 19A da pneumococco - recita il documento - risulta fondamentale oggi proteggere i nuovi naticon la massima protezione oggi disponibile”. Altresì l’Ordine dei medici di Roma accoglie positivamente le indicazioni della Regione Lazio che ha ben codificato anche il recupero sierotipico per i bambini coperti dal vecchio vaccino a minor valenza e invita la stessa a continuare ad offrire il 'Pcv13'.

In merito al Meningococco la popolazione adolescente è più a rischio contagio a causa di comportamenti sociali caratteristici di questa fascia d’età. Va inoltre rilevato che l’elevato tasso di letalità (16%) è legato anche al fatto che si tende a sottovalutare la prima sintomatologia per cui l’ospedalizzazione e l’impostazione della terapia antibiotica sono interventi più tardivi rispetto ai bambini. In almeno il 20% dei sopravvissuti la malattia meningococcica comporta delle sequele permanenti, quali alterazioni neurologiche, perdita dell’udito, amputazione degli arti; gli adolescenti sembrerebbero avere sequele anche più gravi con un peggioramento più marcato della qualità di vita, soprattutto nei giovani adolescenti, un grado maggiore di deficit cognitivo.

I dati evidenziano che l’epidemiologia del meningococco ha un andamento altamente dinamico e variabile: la prevalenza dei sierogruppi varia rapidamente nel tempo. A conferma di ciò l’ultimo rapporto dell’ISS sulla sorveglianza delle malattie batteriche in Italia mostra come i casi di IMD ascrivibili al meningococcoB nella fascia adolescenziale siano raddoppiati dal 2015 al 2017. Va riconosciuto anche l’impegno regionale nell’offerta attinente la vaccinazione antimeningococcica quadrivalente ACYW garantendo la più ampia protezione possibile anche dei nuovi nati.

Alla luce quindi di quanto segnalato “i dati sulla mortalità e la morbilità tra gli adolescenti, le possibili conseguenze delle sequele della malattia, i dati di incidenza confermano in conclusione - chiude il documento dell’Ordine - il razionale sociale ed economico per la vaccinazione antimeningococcoB che coerentemente dovrebbe essere offerta attivamente e gratuitamente in concomitanza con quella antimeningococcica ACYW nella coorte dei dodicenni”.

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