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Roma
Morbillo da paura. Nel Lazio è epidemia: più 290% di casi in tre mesi

Allarme rosso nel Lazio per la diffusione del morbillo: in meno di tre mesi è cresciuto di circa il 290% rispetto all'intero 2016.

 


Dopo le segnalazione del Ministero dei giorni scorsi la Direzione regionale della sanità mette nero su bianco l’sos generale di massima allerta con una circolare (in allegato) inviata lunedì mattina a tutte le asl e medici ospedalieri, di famiglia, pediatri, specialisti indicando le modalità operative per arginare la diffusione dell’infezione.

Dall’inizio dell’anno al 19 marzo i casi di morbillo infatti sono triplicati rispetto all’intero anno 2016. Il sistema regionale di controllo (Seresmi) ne ha contati 312 dal 1 gennaio al 19 marzo 2017 mentre nel corso dei 12 mesi del 2016 i casi erano stati solo 107.

“Il Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie infettive (SERESMI), attraverso i sistemi di sorveglianza integrata morbillo e rosolia e di sorveglianza sindromica dei PS/DEA,- scrive la Direzione regionale - ha registrato un notevole incremento nel numero di casi di morbillo a partire dall’inizio del 2017. Dall’analisi preliminare delle segnalazioni pervenute al suddetto Servizio, nel periodo 01/01/2017–19/03/2017, sono stati segnalati 312 casi rispetto ai 107 casi complessivi segnalati nel corso dell’anno 2016. La classe di età più rappresentata è quella dei giovani adulti (15-39 anni), corrispondente al 61,5% dei casi. Fra le segnalazioni si registrano 27 casi (8,7%) in operatori sanitari”.

Sotto accusa la mancata vaccinazione: su 221 dei casi registrati il 90% era senza vaccinazione, il 31,4% dei casi ha presentato almeno una complicanza: insufficienza respiratoria, epatite, trombocitopenia ed encefalopatia.

L’aumento dei casi riguarda l’Italia e L’Europa: il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie riporta un incremento di casi e la presenza di focolai epidemici in diversi paesi europei Romania, Francia, Irlanda, Germania, Inghilterra, Galles e Austria. In particolare in Romania, è in corso un epidemia iniziata alla fine del settembre 2016 che al 10 marzo 2017 conta 3466 casi.

Ma nel Lazio la “presa” del morbillo sembra aver assunto tratti di particolare virulenza da qui la decisione di allertare tutto il sistema. Puntuali e dettagliate le indicazioni operative che devono assumere tutti i soggetti coinvolti al fine di arginare e contenere la diffusione della malattia.

A tutti i medici si raccomanda di segnalare (entro 12 ore) ogni caso sospetto di Morbillo alla ASL di competenza; a queste si raccomanda, di avviare tempestivamente l’indagine epidemiologica dei casi clinicamente compatibili, con particolare attenzioni ai casi correlati con l’assistenza sanitari; i risultati delle indagini sierologiche effettuate in un laboratorio periferico dovranno essere comunicati alla ASL la quale provvederà a trasmetterli al SERESMI tramite la scheda di sorveglianza integrata.

“Tenuto conto della situazione epidemiologica attuale si raccomanda la massima attenzione alla messa in atto tempestiva delle misure di controllo – sottolinea la Direzione generale - E’ essenziale pertanto: isolare i casi durante il periodo infettivo (da 4 giorni prima a 4 giorni dopo la comparsa del rash); identificare altri casi nella comunità; identificare tempestivamente i contatti e proteggere gli individui suscettibili nella comunità attraverso la vaccinazione. Si raccomanda ai MMG e PLS di limitare il ricorso alle cure nei pronto soccorso ai soli casi sospetti di morbillo che presentino sintomi e segni suggestivi di complicanze. Nei pronto soccorso realizzare aree e percorsi dedicati, fornire di mascherina il paziente e di filtrante respiratorio gli operatori che prestino assistenza. Si raccomanda in particolare la vaccinazione ai viaggiatori suscettibili che si recano in zone endemiche, tra le quali la Romania”.

SCARICA E LEGGI LA CIRCOLARE DELLA FIMMG

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