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Roma
Un romano su 5 ha problemi con la legge. Morti d'attesa: mezz'ora in fila, è record

A Roma, il tempo d’attesa agli sportelli del Comune, esattamente ai servizi anagrafici, è nel 28% dei casi superiore ai 30 minuti di attesa: la quota dei Romani che attende oltre la soglia della mezz’ora è la più alta d’Italia. È quanto emerge dai dati Istat relativi ad "aspetti della vita quotidiana" elaborati in una ricerca realizzata dall'economista Antonio Preiti per l'associazione Wikiroma. Per realizzare il rapporto sono state intervistate 54 mila persone e 24 mila famiglie. Nella ricerca sono analizzate e rielaborate le risposte dei residenti nelle città di Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Bologna e Bari, per un totale di 2.481 interviste.
"All’opposto- si legge nella ricerca - la classe di attesa migliore, quella minore di 10 minuti, vede Roma ancora al penultimo posto, superata, in peggio, solo da Napoli. Insomma, il servizio perfetto, inferiore ai 10 minuti, è percepito e confermato solo dall’8% della popolazione romana. Detto in altre parole, il 92% della popolazione romana ritiene che i tempi d’attesa nei servizi comunali dell’anagrafe, cioè i più semplici e teoricamente più veloci, superino sempre i 10 minuti d’attesa".

Non solo in fila agli uffici, a Roma servono in media 31 minuti per raggiungere il posto di lavoro, la media più alta fra tutte le grandi città italiane. "Basterebbe che i tempi di Roma diventassero pari a quelli di Napoli, che non brilla per velocità degli spostamenti, e ogni Romano guadagnerebbe 12 minuti al giorno per cinque giorni alla settimana, cioè un’ora alla settimana, che in un anno significherebbero 50 ore circa, il che tradotto in numero di giorni (calcolati sulla base delle 18 ore) significa circa 3 giorni pieni all’anno guadagnati".
Il secondo primato capitolino ha ancora a che fare con la mobilità. Perché Roma è la città italiana dove più grande è il numero di persone che non prende mai (cioè mai con regolarità) un mezzo pubblico. Il 35 % della popolazione romana non si serve dei mezzi pubblici, mentre a Milano è solo il 14 %, cioè la metà circa. "Ovviamente - si legge nella ricerca - i due primati sin qui citati sono collegati, in qualche modo, perché la scelta (o meglio, l’obbligo, visto che l’insoddisfazione verso i mezzi pubblici a Roma è elevatissima) di usare i mezzi privati deriva dalla cattiva performance di quelli pubblici, e il loro conseguente non utilizzo. Quel che conta però non sono solo i minuti buttati, ma il sentiment che deriva dal modo con cui questi viaggi sono compiuti. La metà della popolazione romana (49,9 %) usa l’auto per andare al lavoro, in quanto conducente, se poi si aggiunge il 14% che arriva in auto come passeggero (tipico nella combinazione scuola-lavoro, genitori-figli), si arriva all’incredibile quota di 64% della popolazione che usa per gli spostamenti regolari l’automobile".
"Di conseguenza -si legge ancora nelle slide della ricerca - l’uso dei mezzi pubblici è notevolmente minore: solo il 17,1 % usa la metropolitana, cui bisogna aggiungere chi usa il bus (23,4 %) e il tram (4,8 %), sicché il totale arriva al 45,3 %. Bisogna considerare che a Milano quanti usano i mezzi pubblici superano il 70 % e lo stesso avviene a Torino. Persino a Napoli (che vedremo avrà sentiment negativi di giudizi sulla qualità dei servizi pubblici) i mezzi pubblici sono più frequentati, in proporzione, che a Roma".
Per quanto riguarda l'opinione che i romani hanno del servizio Tpl della loro città, "a Roma solo il 37% si dichiara sopra la linea di soddisfazione rispetto alla frequenza di bus e tram. Solo Napoli sta peggio, perché la percentuale di soddisfatti è sotto la soglia addirittura del 20%. Ben diversa la situazione di tutte le altre città. A Genova la soddisfazione arriva quasi al 50% della popolazione, ma a Milano si raggiunge la strepitosa soglia del 70% e a Torino, ancora un punto di percentuale in più superiore. In questo caso le distanze fra Napoli e Roma da un lato e le altre sono enormi. È su questo elemento che vediamo emergere con grande evidenza una delle radici della rabbia".
"Quando si passa alla percezione della puntualità -prosegue ancora la ricerca - la situazione è ancora peggiore. Quanti si dicono soddisfatti della puntualità di bus e tram a Roma rappresentano il 29%; ancora una volta più in basso c’è solo Napoli, intorno al 10% di soddisfatti. Al contrario Torino raggiunge quasi la soglia dell’80% di puntualità percepita, con Milano vicino al 60%; Genova che andava bene sul piano della frequenza delle corse, cede però un po’ di terreno sul piano della puntualità, che si ferma al 30%, perciò non bene. Si arriva perciò diritti alla valutazione complessiva del servizio pubblico di trasporto locale nelle varie città. A Roma coloro che si dicono molto soddisfatti rappresentano appena l’1%, mentre il 36% si dice abbastanza soddisfatto, nel totale perciò il segno positivo raccoglie meno del 40% dei consensi. In compenso c’è una soglia molto alta di quanti si dicono per nulla soddisfatti, esattamente il 20%, cui si aggiunge il 43% di persone che sono poco soddisfatti".
Infine, "il fatto che al massimo della tassazione corrisponda il minimo della qualità è qualcosa che alimenta la rabbia già per suo conto".

A Roma il 18% della popolazione nell’ultimo anno ha avuto la conclusione o aveva in corso una qualche causa civile. In sostanza quasi una persona su cinque a Roma ha una qualche controversia legale, una quota che non si riscontra in nessun altra città italiana. A Milano e a Napoli, città in molti modi diverse tra loro, la quota-parte dei cittadini impegnati nelle cause civili è del 10%, quasi la metà di quella romana. E' quanto emerge dalla ricerca realizzata dall'associazione Wikiroma.
Ma quali sono le ragioni della litigiosità giuridicamente sedimentata? "Al primo posto - si legge nella ricerca - le separazioni e i divorzi, che coprono il 36,9% della litigiosità dei Romani, al secondo posto le questioni del lavoro, a partire dai licenziamenti, al terzo posto le questioni relative agli sfratti e, in genere, delle abitazioni. Questi tre argomenti: matrimoni, lavoro e casa coprono circa il 70% della litigiosità civile. Seguono le questioni legate al rapporto azienda/fornitore, i contrasti condominiali, le questioni dell’assistenza e poi, ancora, le questioni legate ai figli minori. In realtà è proprio la litigiosità legata alla famiglia che rappresenta circa il 40% delle liti".
La ricerca evidenzia anche come "il 72% dei romani (due su tre) sono più o meno delusi dall’esito o dalla conduzione delle cause civili".

Dai sette Re ai sette Colli ai sette primati - 4 negativi e 3 positivi - della Capitale nei confronti delle altre grandi città italiane. Roma è la città dove si impiega di più per raggiungere il posto di lavoro: 31 minuti. Dove ci sono il maggior numero di cause civili: il 18% della popolazione ne ha una. Dove c'è il maggior numero di residenti che non usa i mezzi pubblici: il 35% non li prende mai. Dove è più lunga la fila agli sportelli pubblici: il 28% di chi vi si reca aspetta oltre mezz'ora. La Capitale vanta poi tre primati positivi. E' la città in cui la fiducia negli altri è maggiore: il 14% dei residenti si aspetta che gli venga restituito il portafogli da uno sconosciuto. Primato capitolino anche sui rapporti familiari e sulle attività socio-culturali: il 55% dei romani si sente sostenuto dalla propria famiglia e il 19% frequenta regolarmente il cinema.
Secondo la ricerca, "i Romani hanno un bisogno enorme del senso di comunità. Roma oggi non sente se stessa come una comunità: è una collettività lacerata, ma ha un sottofondo votato alla dimensione comunitaria".
Il Civis Romanus della modernità si può costruire a cominciare dai tre primati di Roma. "Dalla fiducia verso il resto del popolo romano - si legge ancora nella ricerca - che è la base costitutiva dell’ambizione di essere cittadino romano, cioè appartenente a un popolo distinto, con una sua storia e una sua identità; dall’amore verso la cultura e verso la bellezza, che si esprime nella frequentazione di musei e spettacoli; dal rafforzamento del tessuto familiare già così forte".

Roma vanta 3 tipi di primati positivi. Il primo riguarda la fiducia verso il prossimo, anzi verso gli sconosciuti.
Come emerge dalla ricerca elaborata dall'associazione wikiroma, il 14% dei romani confida che gli sarà restituito il portafoglio perso. "A Milano- si legge nella ricerca - questa percentuale è più bassa e anche a Torino. Questa generale maggiore fiducia verso gli altri, relativamente maggiore a Roma, si riscontra anche nell’ipotesi che il portafogli lo trovi un vicino. In questo caso è il 28 % dei Romani che si è detto convinto che il portafogli sarà restituito, ancora una volta la percentuale più alta di tutte le città".
Per quanto riguarda il secondo primato, "il 55% dei romani si sente sostenuto dalla sua famiglia. Anche in questo caso è la percentuale più alta fra tutte le città. Solo che in questo caso le distanze sono minime rispetto a Milano, Torino e Genova; solo per Napoli sono notevoli. Probabilmente, anche in questo caso, come in altri, il confronto non è sul dato oggettivo (comunque quasi impossibile da misurare e definire), ma sulle attese e sulla percezione, che sono ovviamente qualità e misure soggettive".
Il terzo e ultimo primato dei Romani è l’intensità con cui frequentano gli spettacoli, e in particolare il cinema. Il 19% va al cinema regolarmente, ma anche per altri consumi culturali, esclusa la lettura dei quotidiani e in genere la lettura, i romani sono o primi o nelle prime posizioni, come nella frequentazione dei concerti, anche di musica classica, degli spettacoli sportivi, nei musei.
"C’è un fattore - si legge ancora nella ricerca - che non determina un primato assoluto di Roma, ma che è ugualmente importante da segnalare: l’alto livello del volontariato. Soltanto Milano ha più persone, in rapporto alla popolazione, che svolgono un lavoro gratuito a favore della collettività. Nel capoluogo lombardo la quota della popolazione che fa volontariato è altissima: il 23%, ma subito dopo ci sono i Romani, con il 14%; in tutte altre città le percentuali sono inferiori. Anche se non si tratta di un primato assoluto, ma della seconda posizione, è un dato rilevante che il fenomeno sia così sviluppato anche nella capitale".
Il contesto dove maggiormente si svolge il volontariato a Roma è l’ambito religioso. Le parrocchie raccolgono il 22,0% (sul totale di persone che fanno volontariato) di quanti offrono lavoro gratuito alla collettività. Seguono la cultura e il mondo della sanità e dell’assistenza alle persone.

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