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Roma
Nel Lazio prove di Governo tra Pd e 5 Stelle”: Parisi: “Cacceremo Zingaretti”

di Fabio Carosi

“Sulla pelle del Lazio e dei suoi cittadini si sta consumando un tentativo di Governo 5 Stelle-Pd. “Il vero mandato di Nicola Zingaretti futuro segretario del Pd è di sostituire La Lega con il 5 Stelle”. Alla vigilia del voto sulla mozione di sfiducia per il Governatore del Lazio, il leader del centrodestra Stefano Parisi, lancia l'appello affinché la politica alzi il velo su questa operazione e “faccia chiarezza”.

Parisi, partiamo da un dato oggettivo: Zingaretti ha la maggioranza perché lo sostengono due eletti nel centrodestra, una specie di ibrido politico. Giusto?
“Zingaretti deve prendere atto che non aveva la maggioranza posto voto, cioè dell'elettorato e che è sopravvissuto prima grazie a un accordo col Cinque Stelle e poi con il “Patto d'aula”. Per governare avrebbe dovuto condividere un programma di governo in modo stabile, invece ha generato confusione in Consiglio spiegando il giorno dopo l'elezione che aveva vinto per candidarsi alla segreteria del Pd”.

Dunque, il problema politico sono i due fuoriusciti dal centrodestra, Cavallari e Cangemi. E' corretto?
“I due consiglieri devono spiegare al loro elettorato se sostengono Zingaretti o se sono all'opposizione e lo devono fare al loro elettorato. I loro voti sono a sostengo di Zingaretti e con la mozione di sfiducia la verità verrà fuori”.

Quindi il Zingaretti-day è arrivato?
“Ci sarà una riunione dei capigruppo che deciderà la data. Sulle spalle del Lazio si sta consumando un tentativo di governo 5 Stelle-Pd. Il mandato di Zingaretti è di sostituire La lega con il 5 Stelle tant'è vero che Zingaretti sta lanciando iniziative politiche in totale sintonia con i 5 Stelle. Penso al Piano Rifiuti con Valeriani che lo presenta come la “Fine dei Rifiuti” che sta solo nei sogni dei 5 Stelle. Penso ai vitalizi, alla Roma-Latina: sono tutti tentativi di sperimentare politiche di accordo. Siccome noi nel Lazio sappiamo già cosa significa Pd nella regione e Raggi a Roma, abbiamo più di un motivo per smontare questo modello. Se dovesse arrivare a livello di Governo nazionale, sarebbe ancora peggio”.

Dunque, nel Lazio si gioca una partita nazionale?
“Sì, ecco perché la mozione di sfiducia ha un enorme valore ed è bene che ci sia una chiarezza sia su cosa è il Lazio e su cosa succede in Consiglio ”.

C'è la possibilità che Zingaretti cada?
“Certo perché i 5 Stelle voteranno a sfavore di Zingaretti e ricadrà sulla responsabilità dei due consiglieri il sostegno o meno. Se loro risponderanno lealmente al loro elettorato sarà la fine di Zingaretti, diversamente rimarrà con un evidente sostengo del centrodestra. L'opinione pubblica deve sapere se il Pd è sostenuto dal centrodestra. La politica è chiarezza”.

Voi avete parlato con Cavallari e Cangemi?
“Sono problemi dei partiti del centrodestra che devono chiarire”.

Questa situazione ricorda un po' l'Udc che con pochi voti faceva da ago della bilancia. Che ne pensa?
“Questi comportamenti ricordano quella confusione che spesso accade nella politica e che allontana le persone. Sono cose che creano disaffezione. Mi auguro che stiano riflettendo e che vadano nella direzione del rispetto della volontà degli elettori. Il tema di fondo è semplice, ci sono tanti Zingaretti: uno fa l'attore, uno fa il segretario del Pd e uno fa il presidente della Regione Lazio. Gli ultimi due sono la stessa persona. Ma il Lazio è un disastro per Sanità, Rifiuti, infrastrutture. Anche coloro che non vivono nel Lazio e che andranno a votare il segretario del Pd devono sapere. Si racconta una storia in cui sembra che Zingaretti sia il migliore Governatore di regione. Ora tutti devono sapere”.

Ce la farete a disarcionarlo?
“Credo di sì. Siamo ottimisti a meno di giochetti sottobanco. Siamo 26 di opposizione e 25 di maggioranza. Se sarà tutto trasparente Zingaretti cadrà e se qualcuno dovesse mantenerlo in vita sarà per giochi di palazzo. Non eravamo contrari a dare una mano ma in cambio di un forte cambiamento dei programmi, avremo sostenuto un governo dall'esterno. Ha rifiutato tutto e ha continuato a fare nulla. Se non ci fosse stato un centrodestra diviso lui non farebbe il presidente. La maggioranza del Lazio non ha votato per lui. Ora basta”.

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