A- A+
Roma
Omicidio Diabolik, i retroscena a Processo: non avrebbe pagato il boss Senese
Fabrizio Diabolik

Se investigatori e inquirenti sono convinti che l'omicidio di Fabrizio Piscitelli sia maturato in un contesto di criminalità organizzata, altrettante sicurezze su chi avrebbe voluto quella morte ce l'hanno gli esponenti di spicco della mala romana.

A dare luce verde per quell'efferato crimine consumato nel parco degli Acquedotti sarebbe stato Michele Senese, detto 'Michele O Pazz' e numero uno della camorra romana.

Soldi e rispetto

Una questione di soldi e di rispetto. In sostanza la 'Strega', altro soprannome di Piscitelli, non avrebbe rispettato i patti sulla percentuale degli incassi stratosferici del narcotraffico. A dirlo è chi quei Narcos di serie A li conosce, ci ha fatto affari. È quanto emerge nell'informativa dei carabinieri del Nucleo Investigativo e della Squadra Mobile depositata dalla procura nell'ambito del processo per il delitto di 'Diablo' e che vede imputato l'argentino Raul Esteban Calderon, accusato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi.

La stecca mancata

Esplicativa è una frase intercettata. "Ma come, Diablo guadagna 200mila al mese e manda 2mila?". La domanda la fa Alessandro Corvesi, ex calciatore in affari con Elvis Demce (esponente della mala albanese a Roma ndr) e altri narcos, a un suo amico anche lui in affari con gli albanesi. Corvesi ricostruendo l'omicidio, per quanto sapeva lui, ha sostenuto che Giuseppe Molisso (Re di Tor Bella Monaca e alfiere di Senese ndr) si lamentava del fatto che Piscitelli non sostenesse economicamente un detenuto come avrebbe dovuto, cioè inviando una percentuale di denaro misera rispetto ai guadagni da lui percepiti.

Il passo lungo di Diabolik

Quel detenuto era, appunto, Michele Senese. Che Diabolik avesse fatto il passo più lungo della gamba anche l'amico di Corvesi ne è a conoscenza: "Amò, Strega doveva esse fatto sei anni fa. Strega non sapeva sta in mezzo alla strada". Una lettura che lo stesso Corvesi conferma: "Amò, Strega si salvava perché avevano paura del nano", e il nano è Arben Zoku, super boss albanese e stretto amico di Diabolik, anche per i trascorsi in Curva Nord, che come sottolineava ancora Corvesi "riesce a fa schierare 100 kamikaze. Solo chi conosce bene lui sa a cosa può arrivare".

I quattro presunti mandanti

Del problema di Senese al quale Piscitelli non versava quanto pattuito, si sarebbe occupato Molisso non appena uscito dal carcere. "Entrambi sostenevano, infatti, che per il noto omicidio, non vi poteva che essere stato l'avallo di M.", scrivono gli investigatori nell'informativa descrivendo le fasi dell'intercettazione. M. è appunto Michele Senese. I criminali, prima dell'arresto di Raul Esteban Calderon, di quel delitto parlano sempre. Il boss albanese Elvis Demce, altro amico di Piscitelli, e gli Irriducibili fanno le loro "indagini". Per loro chi ha ordinato di uccidere Diablo sono stati Giuseppe Molisso e Leandro Bennato (boss di Casalotti ndr), con l'ok di Michele Senese e l'aiuto di Alessandro Capriotti, detto anche 'er Fornaro' o 'er Miliardero'.

Indagati

I quattro sono finiti sul registro degli indagati come mandanti del crimine. Molisso e Bennato sono legati da un'alleanza nata in carcere. Capriotti, invece, sarebbe stato costretto - sempre secondo la lettura della mala romana - dai due boss che lo avrebbero minacciato di ritorsioni qualora non si fosse prestato. "Guarda come hanno fatto Diablo. Esecuzione perfetta. Mafia", il commento laconico dell'amico di Corvesi.







Danno fuoco a un clochard ad Anzio, ricoverato in codice rosso al Sant'Eugenio

Danno fuoco a un clochard ad Anzio, ricoverato in codice rosso al Sant'Eugenio


Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.