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Roma
Omicidio Vannini, il pg della Cassazione: “Fu volontario, rifare il processo”

Omicidio Vannini, serve un processo d'appello bis per "rivalutare la vicenda" riguardante la morte del giovane deceduto dopo essere stato ferito da un colpo di pistola nella casa della sua fidanzata a Ladispoli nel maggio 2015. Lo ha chiesto il sostituto pg della Cassazione Elisabetta Ceniccola, secondo la quale va disposto un nuovo processo per valutare un aumento di pena per Antonio Ciontoli.

 

Il pg ha chiesto di annullare con rinvio la sentenza della Corte d'assise d'appello di Roma, che aveva ridotto la pena da 14 a 5 anni per Ciontoli riqualificando il reato di omicidio volontario in colposo. Secondo il pg vanno accolti i ricorsi presentati dalle parti civili e dalla procura generale di Roma, mentre sono da rigettare quelli della difesa.

"Tutti gli imputati per 110 minuti hanno mantenuto condotte omissive, menzognere e reticenti di fronte agli operatori sanitari – ha aggiunto il pg –. Ciontoli ha agito e ha avuto l'adesione di tutti per evitare conseguenze per lui dannose dal punto di vista lavorativo".

Omicidio Vannini, pg: “Morte per ritardo 110 minuti nei soccorsi”

"Vannini non è morto per il colpo d'arma da fuoco, ma per il ritardo di 110 minuti nei soccorsi", spiega Elisabetta Ceniccola, secondo la quale "la situazione era sotto gli occhi di tutti gli imputati, in maniera ingravescente di minuto in minuto". Quindi, ha aggiunto nella sua requisitoria, con la quale ha chiesto di riaprire il processo, "vi era un'altissima probabilità dell'evento morte: chi mette una bomba su un aereo può prevedere un'esplosione, e in questo caso man mano che passava il tempo il proiettile si trasformava in una bomba. Questa vicenda è gravissima, quasi disumana: viene contestato un reato di omicidio all'interno di mura domestiche. Marco Vannini era in casa della sua fidanzata, era il fidanzato di Martina Ciontoli e come tale doveva essere trattato".

Omicidio Vannini, avv.Coppi: "Ciontoli lo ha lasciato morire"

"Ciontoli ha lasciato consapevolmente morire Vannini per non perdere il posto di lavoro. Era consapevole della gravità della situazione e del fatto che si andava aggravando sempre di più". Lo ha detto in udienza il professor Franco Coppi, legale della mamma di Marco Vannini, sottolineando che "Ciontoli si è reso perfettamente conto, ha seguito l'agonia del ragazzo passo passo, senza preoccuparsi della sua morte, che avrebbe eliminato dalla scena l'unico testimone che avrebbe detto come erano andate le cose".

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