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Roma
Oro d’oliva extravergine. L’Italia cresce ma è la Tunisia che fa paura

Olio extravergine d'oliva: ottima produzione di “oro da tavola” per l'Italia. Per il 2018 il grande concorrente è la Tunisia. Per la prima volta la Spagna diminuisce la produzione. Gli esperti Ue a Roma verificano la qualità del prodotto.

 

Il 2017 è stato un'ottima annata per l'Italia in termini di crescita e raccolta di olive. Nonostante la siccità che ha colpito la penisola a partire da maggio, le analisi mostrano come gli olivi nostrani non abbiano sofferto particolarmente per le alte temperature e anzi si siano ripresi dall'attacco della mosca olearia. Gli esperti prevedono che da 200 mila tonnellate di olio del 2017 si passera a 280 mila circa per il 2018. Un dato certamente positivo per il nostro Paese, che segna un +80 mila tonnellate in una stagione, a differenza di altre nazioni dove la produzione invece è in calo.
Secondo l'analisi di Marcello Scoccia, Vice Presidente dell'Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva, la Puglia è la regione che più ha contribuito alla ripresa italiana, con un 40-50% di produzione sul totale del Paese. Grossi meriti vanno anche agli oliveti siciliani e calabresi. Quelli toscani, marchigiani, umbri e laziali, invece, hanno prodotto volumi più ridotti a causa della siccità, che ha determinato inoltre difetti organolettici che determineranno oli meno fragranti.


Il grande concorrente per l'Italia diventa la Tunisia, che nel 2018 si prevede che triplicherà la produzione di olio rispetto all'anno passato. A favorire il Paese per quanto riguarda la crescita di oliveti di ottima qualità è stato il clima, con piogge intense nei periodi necessari alla crescita delle olive e condizioni generali buone.
La Spagna, leader quasi assoluto nel settore oleario, perde terreno nel 2018. Secondo le stime, la produzione presenterà una riduzione di circa 100 mila tonnellate rispetto al 2017, a causa delle temperature molto elevate e della siccità. Sarà in crescita la Grecia, invece, anche se non al massimo del suo potenziale, sempre secondo i dati dell'Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva. La Turchia avrà poco più olio dello scorso anno, mentre si può parlare di un buon andamento per Marocco e Portogallo.

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