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Roma
Orrore ai Parioli, rideva e scherzava, poi ha fatto a pezzi la sorella

Qualche ora prima dell'omicidio è uscito a fare una passeggiata con il cane. Al ritorno si è fermato a ridere e scherzare insieme ai condomini del 22 di via Guido Reni. Il ritratto di un assassino.

 

La uccide, smembra il suo cadavere e poi butta i pezzi nei cassonetti vicino a casa. Qualche ora prima dell'omicidio lo avevano visto rientrare sereno dalla passeggiata col cane e scherzare coi vicini di casa. È un tipo tranquillo, anche abbastanza gracile, non è un omone. È un uomo magrolino e non troppo alto”. Così Gianmaria, il vicino di casa dei Diotallevi descrive il responsabile del delitto dei Parioli, l'uomo che è riuscito a fare a pezzi la sua stessa sorella, con cui condivideva da tutta una vita la casa lasciata loro dai genitori. L'uomo pensava già da sue mesi di porre fine alla vita di Nicoletta, lo ha ammesso lui stesso durante l'interrogatorio. Agli inquirenti ha spiegato di aver utilizzato due seghe e un coltello da macellaio per fatla a pezzi. Non la poteva lasciare intera perché era troppo alta per il sacco in cui la voleva chiudere prima di gettarla nella spazzatura. Una delle seghe si è rotta mentre tentava di tagliare una delle gambe.

Gianmaria, il vicino di casa, abita a piano terra, sente e vede tutto quello che succede alla palazzina al numero 22 di via Guido Reni, ma non si è accorto che a una porta di distanza si stava consumando un efferato omicidio. “Mi sto chiedendo cosa possa essere successo e perché”, racconta ai giornalisti e intanto pensa all'ultima volta che ha visto i fratelli Diotallevi. Lei tornava a casa in macchina, lui dopo una passeggiata col cagnolino. “Sorrideva. Si è fermato al portone per scambiare qualche parola con qualcuno del palazzo. Li ho sentiti parlare da casa mia”. L'ennesimo “uomo normale” che si macchia di un crimine efferato. Secondo le sue stesse ammissioni durante l'interrogatorio litigava spesso con la sorella che gestiva i soldi familiari e lo trattava come un bambino. Gli inquirenti ancora devono verificare che si sia trattato di un omicidio premeditato, ma dalle parole dell'assassino e dalla brutalità con cui si è sbarazzato del cadavere e ha ripulito casa si capisce che Maurizio Diotallevi si era preparato per il giorno del delitto. Eppure riusciva a mostrarsi sereno e a svolgere le attività quotidiane con sicurezza e disinvoltura, tanto che chi abitava vicino a lui non ha notato nulla: non una litigata in pubblico, né un'espressione assorta o arrabbiata di troppo. L'omicida dei Parioli ha nascosto i suoi piani dietro a un sorriso, continuando a parlare con tutti come se nulla fosse, anche poche ore prima del crimine cruento.
Anche un'altra vicina di casa lo aveva definito “una persona tranquilla” mercoledì 16, quando il delitto è venuto alla luce e ha occupato ogni spazio disponibile ai TG nazionali e locali. Una persona tranquilla, che evidentemente tanto tranquilla non era se ha avuto il sangue freddo di disfarsi del cadavere smembrandolo con una sega o un'accetta, come un macellaio. Ha tagliato le gambe della sorella all'altezza dell'inguine e le ha legate con il nastro adesivo. Testa e busto li ha lasciati insieme, in un unico cassonetto nella via di casa, davanti al commissariato della polizia. Buttata nella spazzatura come un rifiuto, Nicoletta. Quella sorella che con Maurizio ha condiviso una casa e tutta una vita.
Ai vicini di casa viene chiesto se era noto che avessero problemi economici, ma nessuno sa nulla. Se si trovavano in difficoltà finanziarie lo sapevano nascondere molto bene e nessuno degli altri condomini si era mai reso conto di nulla.
Altre maschere per non essere giudicati e che hanno consentito all'assassino di ammazzare la sorella senza che nessuno potesse nemmeno immaginarlo.
Il delitto è stato compiuto tra il 14 agosto e il 15, ma Maurizio Diotallevi è stato fermato dalla Polizia solo la notte seguente, all'1 e mezza del 16. In quel lasso di tempo nessuno l'ha visto e lui si trovava in casa, dove gli agenti lo hanno prelevato. Si tratta dello stesso appartamento dove ha messo fine alla vita della sorella e dove ha fatto a pezzi il suo cadavere per riuscire a disfarsene. Quella che ne è risultata, dev'essere stata una scena da film dell'orrore perché sebbene Nicoletta fosse già morta quando l'ha sezionata, la stanza si deve essere riempita comunque di sangue. Forse l'assassino ha impiegato le ore seguenti a pulire il loro appartamento, per non farsi scoprire dagli investigatori. Una calma, ancora una volta, degna di un assassino da serie televisiva, non certo da “persona tranquilla”, come quella che tutti descivono.
Il profilo Facebook di Maurizio è ancora visibile su internet, ma solo alcune parti sono pubbliche. Condivideva coi suoi contatti articoli legati al mondo dell'informatica e video buffi con gatti e bambini come protagonisti. Aveva firmato la petizione per far rimanere aperto il canile romano di Muratella e si opponeva fermamente alla violenza contro gli animali. Probabilmente era un anti M5S, o almeno si divertiva a condividere fotomontaggi buffi in cui Virginia Raggi non era nemmeno libera di andare al supermercato senza il beneplacito di Beppe Grillo. Il profilo Facebook di una persona “normale”, come anche i vicini di casa l'hanno definito.

 

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