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Roma
Ossessionata dalla fame e bulimica fino a diventare anoressica. La storia

Da un'infanzia felice e bulimica con l'ossessione per il cibo, alla distruzione psichica e fisica dell’adolescenza, gli anni dell’anoressia e infine la guarigione. Annagaia Marchiorio racconta la sua storia, quella di una donna che aveva fame, che aveva così tanta fame, da smettere di mangiare.

 

Annagaia Marchioro, trentenne diplomata alla scuola di teatro Paolo Grassi, autrice oltre che interprete, è l'anima del gruppo “Le brugole”. L'incontro con “Biografia della Fame” dell'autrice belga Amélie Nothomb fa capire ad Annagaia che è arrivato il momento di raccontare la sua storia. Capisce che lei e la scrittrice sono simili, entrambi vivaci, curiose, un po' matte e piene di talento.

È qui che allora la Marchioro, con l’aiuto prezioso di Gabriele Scotti, decide di scrivere la sua storia di “affamata”, un racconto fatto di momenti comici, esilaranti e altri struggenti e drammatici, e di farne un piece teatrale. L’anoressia e i disturbi alimentari vengono intesi come un’eccessiva brama di vivere e non come una stortura vergognosa e sbagliata. 
La leggerezza, l’ironia, la levità con cui ogni disgrazia è affrontata, senza mai prendersi troppo sul serio, senza enfasi e alcuna retorica, con la semplicità e la schiettezza dei migliori racconti biografici. Il lieto fine, anche se sbilenco e imperfetto, sopraggiunge e ci conforta. Si può guarire. Ci vuole passione, fiducia ed un pizzico di tenacia.
 Annagaia ruba alla Nothomb queste premesse per cucirsi addosso un altro racconto, il suo.

Nasce così “Fame mia – Quasi una Biografia”. Lo studio dietro alla rappresentazione è stato riconosciuto vincitore del premio “L’Alba che verrà” 2016 e del Premio “Giovani Realtà del Teatro” 2015 dell'Accademia d'Arte Drammatica Nico Pepe di Udine. Lo spettacolo diventa una dedica a tutte quelle persone che non si sentono abbastanza belle, che non si sentono abbastanza amate, che non si sentono mai felici.

“Fame mia – Quasi una Biografia” sarà a Roma dal 24 al 27 gennaio al Teatro Brancaccino (via Mecentae, 2).

La regia dello spettacolo è di Serena Sinigaglia, l'allestimento scenico di Maria Spazzi e i costumi di Erika Carretta.

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