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Roma
Papa Francesco, bagno di folla e selfie nell'incontro con gli studenti

Una marea di persone hanno accolto Papa Francesco al rettorato dell'università Roma Tre, dove il Pontefice si è recato per un incontro.

 

Prima visita per Bergoglio in un’università statale italiana, avvenuta in un clima di grande entusiasmo ed emozione. Il Papa si è lungamente intrattenuto all'esterno del Rettorato per salutare studenti, docenti e le tante persone presenti, stringere le mani, dispensare benedizioni, e mettendosi a disposizione per i selfie a chi glielo chiedeva. Una presenza che ha emozionato tutta la comunità accademica, compreso il rettore Mario Panizza: "Siamo felici e onorati della Sua visita, grati per l'impegno sociale, civile e culturale che sta portando avanti, soprattutto nei confronti dei soggetti più deboli. La Sua azione è una guida preziosa per la formazione degli studenti e un riferimento importante per il nostro lavoro di educatori”.

A seguire l'intervento di quattro studenti che hanno posto delle domande al papa, sulla communis patria, sulle medicine per contrastare le manifestazioni di un agire violento, sul cambiamento d'epoca, e infine da parte di una studentessa siriana, sulla questione della paura verso l'altro, l'immigrato. Quindi, l'intervento del Papa che dopo i saluti e i ringraziamenti, risponde:"L'epoca è diversa e dobbiamo prendere la vita come viene altrimenti non impariamo a viverla. Noi dobbiamo cercare sempre l'unità, che non è il giornale - scherza ancora - L'unità nella diversità. È l'unità nella diversità che la globalizzazione deve cercare, non l'uniformità che è una cosa diversa". Allora, Francesco spiega che "solo cosí possiamo parlare di una 'communis patria'. Tante volte - continua - una comunicazione liquida, una società liquida può essere pericolosa. Noi dobbiamo trasformate questa liquidità in concretezza. Pensiamo all'economia liquida: c'è disocuppazione, mancanza di lavoro concreto. Come si può pensare che in paesi sviluppati dell'Europa abbiamo una disoccupazione giovanile così forte? Questa liquidità dell'economia toglie la concretezza del lavoro giovanile. Questi problemi devono essere affrontati anche qui nell'Università, con il dialogo con i professori".

Infine l'intervento del pontefice si sposta sul tema della paura dell'immigrato e della perdita dell'identità europea, "l'Europa è stata fatta di invasioni, le emigrazioni non sono un pericolo, sono una sfida per crescere. Pensiamo perché c'è un fenomeno migratorio così forte. Pensiamo Africa e Medio Oriente verso l'Europa. C'è la guerra e la fame e fuggono da questo. La soluzione ideale è che non ci sia la guerra e che non ci sia la fame. Fare la pace, o fare investimenti in quei posti affinché ci siano risorse per lavorare. Noi, in generale, però andiamo là per sfruttarli, come la deforestazione. Ma anche quando arrivano in Europa sono sfruttati, come il Mediterraneo è diventato un cimitero. I migranti si devono accogliere come fratello e sorella umani, uomini e donne come noi. E poi integrare, tutti i paesi", ha concluso.

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