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Roma
Parioli avvelenati: sul palazzone di 8 piani il “Comune deve dare le carte”
Viale Parioli Roma

Il Difensore civico da ragione al Codacons e sbugiarda il rifiuto di Roma Capitale a fornire all’associazione i documenti relativi al progetto per la realizzazione del “palazzone” di otto piani nel cuore dei Parioli che spaventa da mesi i residenti della zona, con una formula netta e che non ammette repliche.

Scrive il difensore: “L’istanza di accesso appare fondata nel merito, emergendo un interesse diretto, concreto ed attuale della parte ricorrente all’ostensione degli atti richiesti ove esistenti e detenuti da codesta Amministrazione”.

Lo scorso 28 agosto, infatti, il Codacons aveva presentato formale richiesta di accesso ai sensi della Legge 241/90 a Roma Capitale, al Comitato per la Qualità Urbana ed Edilizia (CoQue”) e alla Regione Lazio, portando all’attenzione degli enti lo stato di ansia e disagio in cui versavano i residenti dei condomini di via Petrolini, via Salvini, via Pezzana e via Ristori a causa del progetto che prevede la realizzazione di un condominio residenziale di otto piani, molti in più rispetto all’edificio esistente e ai fabbricati adiacenti, con la realizzazione di parcheggi interrati che determinano la drastica riduzione delle aree verdi e l’abbattimento di un pino monumentale.

Il Comune di Roma ha fatto orecchie da mercante

All’istanza non seguiva alcun riscontro da parte del Comune di Roma, mentre in data 7 settembre perveniva al Codacons una nota da parte del CoQue nella quale si osservava come «questo Ufficio dipartimentale non dispone della documentazione richiesta in quanto la stessa rientra nel procedimento d’istruttoria legato alla presentazione del Municipio competente della relativa SCIA 2».

Davvero non si comprendono le ragioni del silenzio-rifiuto manifestato per tutto questo tempo dagli Enti interessati: per vederci chiaro il Codacons aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per omissione di atti d’ufficio nei confronti di Sindaco e Municipio. L’Associazione aveva inoltre presentato ricorso al Difensore Civico, che ha infine riconosciuto la fondatezza della richiesta dell’Associazione e garantito l’accesso ai documenti relativi al progetto.

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