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Roma
Pedofilia, il Papa convoca i vescovi del Cile in Vaticano dopo lo scandalo

Incontro a porte chiuse tra Papa Francesco e i vescovi del Cile per affrontare lo scandalo pedofilia che ha coinvolto il paese sudamericano.

 

Ai colloqui, avvenuti alle 16 nell'auletta dell'Aula Paolo VI a porte chiuse, hanno preso parte 34 vescovi cileni. Ma gli incontri proseguiranno anche nel pomeriggio di mercoledì 16 maggio e nella giornata di giovedì 17.

"Questa sera il Papa ha consegnato a ognuno dei vescovi un testo con alcuni temi su cui meditare – ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Greg Burke - da questo momento e fino alla prossima riunione si apre un tempo dedicato esclusivamente alla meditazione e alla preghiera".

Una settimana cruciale per il Vaticano. Dopo le durissime parole del Papa contro coloro che gli hanno mentito durante il viaggio in Cile, ora ci si aspetta che cadano teste. La rimozione immediata potrebbe toccare non solamente a chi ha materialmente compiuto le violenze, ma anche a coloro che tra i prelati hanno cercato di insabbiare la questione.

Durante la visita in Cile, il Papa era stato contestato per aver difeso il vescovo di Osorno, Juan Barros, accusato di aver coperto i casi di pedofilia che riguardavano l'abusatore seriale padre Fernando Karadima.Il Pontefice ha però inviato nel paese sudamericano l'"investigatore" monsignor Charles Scicluna - arcivescovo di Malta e presidente del Collegio per l'esame dei ricorsi in materia di pedofilia presso la Congregazione per la dottrina della fede - e dopo il report di 2.300 pagine e 64 testimonianze - Bergoglio ha fatto un mea culpa, chiedendo scusa alle vittime.

Tre di loro, Juan Carlos Cruz, James Hamilton e Jose Andres Murillo, hanno parlato direttamente al Papa, in Vaticano, svelando episodi che gerarchie ecclesiastiche, cilene ma anche vaticane non volevano sentire.

Le vittime non hanno puntato il dito solo contro monsignor Barros, ma anche contro altri tre vescovi e due cardinali cileni, l'arcivescovo di Santiago Riccardo Ezzati Andrello e il suo predecessore Francisco Javier Errazuriz Ossa, nominato nel Consiglio dei Cardinali, il cosiddetto "C9" che aiuta Francesco nella riforma della Curia romana.

E proprio il cardinale Errazuriz Ossa è accusato di essere uno dei responsabili della "mancanza di informazione veritiera ed equilibrata" denunciata dal Papa nella lettera ai vescovi cileni dell'11 aprile scorso in cui invitava i vescovi in Vaticano per collaborare "nel discernimento delle misure che nel breve, medio e lungo termine - scriveva - dovranno essere adottate per ristabilire la comunione ecclesiale in Cile, con l'obiettivo di riparare il piu' possibile lo scandalo e ripristinare la giustizia".

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