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Roma
Pietro Calabrese: l'asso dalla Raggi per domare la bestia del traffico di Roma

di Patrizio J. Macci

Pietro Calabrese classe 1967 entra nella cabina di comando del Campidoglio a trazione Cinque Stelle guidato da Virginia Raggi con la targa di “politico”, e uno si immagina un soggetto che ha lavorato fianco a fianco con sindaci e amministratori nella stesura di "piani visionari” di gestione del traffico della città visto che guiderà l’Assessorato ai Trasporti.

Qualcosa a metà tra il genio di Steve Jobs e l'abilità di Uri Geller, quel signore che diceva di piegare i cucchiaini con lo sguardo; perché per risolvere i problemi del traffico di Roma ci vorrebbe davvero un prestigiatore a questo punto. Definirlo politico è poco più di una boutade, roba da far girare nella tomba galantuomini come “l’Etrusco” Petroselli e Ernesto Nathan.Sotto la guida di Virginia Raggi è stato, dapprima consigliere della Commissione Mobilità, in seguito promosso a Presidente della stessa.

La sua esperienza nel campo dei trasporti e della mobilità va ricondotta forse ad alcuni baloccamenti con le automobiline durante l’infanzia dei quali non si hanno testimonianze, perché nel suo curriculum vitae non ce n’è traccia. Architetto mancato (ha conseguito quasi tutti gli esami senza laurearsi) si dedica anima e cuore all'arte. Lui si definisce artista e pittore, i maligni lo hanno soprannominato "l'imbianchino". Da candidato ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità wharoliano per il programma politico comparso sulla piattaforma Rousseau del Movimento:“

"La mia idea è molto semplice. TRASPARENZA"

Prima di arrivarci, immaginate quello che diciamo sempre di voler fare. Ad esempio il Sindaco, ma anche qualsiasi Assessore o Consigliere, immaginateli mentre ogni giorno lavorano veramente in contatto diretto con i cittadini. Poi immaginate che con qualsiasi dipendente pubblico si comportino come fa ogni cittadino attento ai propri interessi.Qual è allora la soluzione capace di realizzare insieme queste due immagini, al riparo da metodi e cultura mafiosa? La soluzione è una telecamera sempre accesa accanto almeno al Sindaco, il che significa trasparenza totale in ogni sua funzione pubblica”. Una sorta di Grande Fratello perenne quindi, in cui riprendere i dipendenti pubblici metterebbe al riparo dai potenziali criminali.

Nulla si sa cosa su cosa avesse in mente per le toilette (notoriamente uno dei luoghi preferiti per traffici e smazzettamenti), ma una volta eletto nulla si è realizzato e la moda della trasparenza e dello streaming è passata presto all’interno del Movimento.

Artigiano del ferro, pittore e performer che dichiara di aver esposto in mezzo mondo ricorda l'artista che Nanni Moretti in Caro Diario trova mentre vaga alla ricerca di idee per il suo film: “Nuovi scenari, una nuova luce, porteremo Vittorio Storaro”. Ma forse è con l’esperienza lavorativa di portiere d’albergo che ha acquisito le competenze tecniche necessarie a domare il traffico romano: si è consumata appena venti anni fa.I ben informati raccontano una tra le guasconate dette davanti ai cittadini preoccupati per lo sfascio dei quartieri: “Io sono uno strumento nelle vostre mani”.

Pare sia dotato di uno spirito di sacrificio da missionario “non mangio da due giorni per risolvere i problemi” sussurrava mentre si nutriva con del miele attinto senza posate da un vasetto poggiato sulla sua scrivania. Un Gandhi della politica romana.

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