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Roma
Politica, tra Francia ed Italia scoppia l'amore: Asterix si allea con i romani

Di Valentina Renzopaoli

Il passaggio del potere, che scaturisce dal sapere, dai vecchi ai giovani, la difficoltà di trovare “l'uomo” giusto a cui passare il testimone, la “scalata” delle donne, più generose, più umili, più capaci.

Asterix è un “film politico”, nel senso più alto e raffinato del termine, lo è sempre stato e non si può non leggere con questa chiave l'ultima perla “per bambini” che vede protagonisti i Galli più famosi del pianeta: “Asterix e il segreto della pozione magica”, dal prossimo 7 marzo al cinema.

Panomarix, il mago del villaggio, sta invecchiando. È tempo di trovare un giovane erede a cui tramandare il segreto della pozione magica che dona i super poteri che hanno permesso ad Asterix e Obelix di salvare la loro terra dagli attacchi nemici. Questa la sinossi da cui parte il film d'animazione scritto da Alexandre Astier e diretto da Louis Clichy e Alexandre Astier.

“Nessuno è insostituibile”, asserisce il saggio dopo aver preso atto che anche i potenti, prima o poi, sono costretti a trasmettere la loro conoscenza, e quindi il potere (il concetto non è affatto banale) alle nuove generazioni. Più facile a dirsi che a farsi, perché i papabili eredi si contano sulle dita di una mano e, nel caos generale del rimescolamento delle carte, il rischio che si corre è che “i capaci si mischino ai buffoni”.

E così, non resta che partire, alla ricerca del druido a cui sarà affidato il compito di prendersi cura della sua gente. Peccato che il cattivo di turno, il megalomane assetato di potere e frustrato che aspetta una vita per potersi vendicare della fama che non ha avuto, appunto Rancorix, ci mette lo zampino. Un “cattivo vero” diversamente da quanto avviene negli altri film di Asterix (“Asterix e la zizzania” e “Asterix e l'indovino”, dove i personaggi cattivi erano in realtà più che altro buffi e ciarlatani). Questa volta Rancorix è un folle e molto intelligente. A lui viene messa in bocca una delle battute più pungenti del film “Se avessi avuto un potere come questo (parlando della pozione magica) non l'avrei conservato per 40 idioti baffuti, ma avrei messo fine a tutte le guerre del mondo!”. Altro che animazione per bambini, cos'è questa se non politica vera? “Perché la pozione può salvare solo 40 uomini? Se il pubblico si facesse questa domanda sarei molto soddisfatto”, confessa lo sceneggiatore Alexandre Astier.

Ovviamente, in un film di Asterix non possono mancare i romani e l'attacco al villaggio. Ma anche in questo caso, “Asterix e il segreto della pozione magica” riserva una piccola sorpresa. Perché a volte, succede che le divisioni, per quanto radicate, possono essere superate, se in ballo c'è un pericolo che coinvolge tutti e mette a rischio la sopravvivenza della stessa storica diatriba.

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