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Roma
“Qui lo dico e qui lo negro”: Salvatore Marino show: “Non sono abbronzato”
Salvatore Marino

Sabato 13 e domenica 14 maggio 2023, l’OFF/OFF Theatre dà il benvenuto a Salvatore Marino, artista della parola, impegnato nel suo cavallo di battaglia “rivisto e corretto”, lo spettacolo: “Non sono abbronzato, qui lo dico e qui lo ne(g)ro”

testi di Mario Scaletta, Andrea Zanacchi e Salvatore Marino, con le musiche originali e dal vivo del Maestro Vincenzo Montella e la regia di Andrea Zanacchi. Il racconto ironico e intelligente, che delinea le difficoltà di “convivenza” di un immigrato pronto a misurarsi con la società ostile all'integrazione. 

Salvatore Marino è un giocoliere della parola, un artista che trascina lo spettatore in un turbine di associazioni mentali, assonanze, rime e paradossi. Fedele al suo eclettico stile, colpisce il pubblico con geniali raffiche di battute pungenti. Il razzismo di tutti i giorni non è mai raccontato in modo banale o scontato. Figlio di madre eritrea e padre italiano, in scena gioca spesso sul colore della sua pelle e sulla sua infanzia in Italia. Con lui il pubblico ride sonoramente, annuisce e partecipa. Ma non sono solo battute "leggere", le sue. Il messaggio che arriva è spesso una risata che nasconde qualcosa di più grande. 

La conoscenza come arte: per questo il teatro

Traendo spunto da esperienze personali rievocate con sarcastiche iperboli e stranianti giochi di parole, Marino, racconta le difficoltà di “convivenza” di un immigrato che si misura costantemente con una società ostile all'integrazione. Il suo gioco teatrale non è mai gratuito o compiaciuto, la sua arguzia dialettica apre a significati inattesi che coinvolgono il pubblico in associazioni inusuali. Non c’è ombra di moralismo in questo recital. C’è la prepotente esigenza di svegliare la curiosità, l’interesse, la consapevolezza. In questi tempi difficili ciò che può aiutarci tutti è proprio la conoscenza. E perché non farlo con “arte”? 

“Non sono abbronzato, qui lo dico e qui lo neg(r)o” si propone proprio questo: mettere l’arte al servizio della necessità di cambiare le cose, di spiegare che l’unico modo di vivere insieme è comprendere. Ecco quindi che “la bellezza salverà il mondo” (traducendo bellezza=Teatro) non è più soltanto la famosa frase del grande Dostoevskij ma una concreta possibilità di portare un contributo, di togliere un mattone da quel muro che la non-conoscenza sta erigendo nella mente dell’umanità.

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