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Roma
Raggi scopre (tardi) la moda. Balestra, Altaroma: “Credete in questa bellezza"

di Tiziana Galli

 

Virginia Raggi scopre la moda. Anzi, l'alta moda di AltaRoma e, a sorpresa sceglie l'appuntamento con Renato Balestra e il gemellaggio con Parigi per una passerella al riparo dagli avvisi di garanzia e dalle polemiche.

 

Una promessa di un impegno? La scoperta tardiva che il settore può tornare ad essere trainante per l'economia? La risposta arriva immediata da Renato Balestra che sintetizza così il destino della manifestazione che faceva sognare: “Roma anni fa gareggiava con l’alta moda di Parigi ed era difficile dire quale delle due città fosse migliore. Questo è il potenziale di Roma, la città alla quale io sono e sarò sempre grato per la notorietà che mi ha dato. E’ per questo che continuo a sfilare qui e non voglio voltarle le spalle, ma il fatto è che qui sono rimasto solo io. Sono il Luigi XIV dell’alta moda, e sono solo, ma Roma ha bisogno che arrivino altre risorse: ha bisogno di gente che creda di nuovo nella bellezza, perché il nostro Paese vive di questo”.
Poi continua: “Non lo dico per me, perché io ho già tanti riconoscimenti, ho clienti in tutto il mondo: in America, in Medio Oriente ed ora anche in Estremo Oriente. Lo dico per l’alta moda e per la città di Roma”. E sul dibattito legato al downgrading felice, Balestra la coraggio e idee chiare: “L’alta moda non è fatta per i poveri, ma non per questo bisogna smettere di farla. Perché proprio per natura attira ricchezza e celebra le risorse italiane”

Altaroma in altalena senza personalità

E lo stilista è coerente in ogni maniera con quanto afferma proponendo una collezione fortemente basata sui principi dello splendore e della leggerezza. Altaroma quest’anno più che mai presenta uno spaccato della realtà del momento con un filone di partecipanti devoti ai più eterni canoni di armonia e bellezza ed un altro alla continua ricerca di regole nuove. Ma la vera scissione non è tra alta moda e prêt à porter, la vera scissione è negli stessi ideali di bellezza e nel concetto di fascino: una frattura nell’intenzionalità che muove la progettazione di chi disegna, oltre naturalmente ad una sostanziale differenza di mezzi. L’alta moda punta a sedurre e lo fa percorrendo tutte le strade lecitamente consentite: sensualità, personalità, armonia e gioco. Si basa sulla sana leggerezza che coinvolge ed adesca chi osserva, portandolo direttamente in un’altra dimensione attraverso la magia del desiderio. Poi c’è la moda metropolitana che dà vita ad una produzione che ha dimenticato di sognare, che non ha stupore, non ha meraviglia e che a volte non ha neanche personalità. Un’espressione creativa senza poesia che racconta e veste perfettamente i tempi.

Giada Curti, il mercato degli arabi

Altaroma offre a Roma la grande opportunità di risvegliarsi e ai giovani stilisti la possibilità di farsi conoscere, rappresentando un grande potenziale con una responsabilità alta. "E' impensabile togliere Roma dal panorama dell'alta moda, bisogna potenziarla". Sostiene Giada Curti che ha sfilato al St. Regis con una collezione ricca e bucolica già presentata sulle passerelle di Dubai. "Per gli stilisti del mondo arabo sfilare a Roma significa prestigio. Tutti gli stilisti libanesi conoscono Altaroma. La manifestazione va sostenuta".

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