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Roma
Raid al bar. Casamonica nega le accuse: “Ho difeso la donna aggredita”

Raid in un bar della Romanina, minacce e botte ed un barista e a una donna. Ma Antonio Casamonica nega tutto: "Sono intervenuto in difesa della signora aggredita"

 

Così uno dei quattro arrestati spiega al gip Clemenina Forleo quanto accaduto al "Roxy Bar" il primo aprile scorso, quando è scattato il pestaggio e la distruzione del locale per colpa di una mancata precedenza. "Il mio assistito - spiega l'avvocato Pietro Vincentini, uscendo dal carcere di Regina Coeli dove erano programmati gli interrogatori di garanzia - ha risposto in modo chiaro e dettagliato, spiegando al giudice quanto già emerge con evidenza dall'analisi del video. E si vede che Casamonica è intervenuto energicamente in quella circostanza prendendo le difese della donna, quindi mi rimane molto difficile comprendere come possa esserci un'ordinanza cautelare di questo genere".

"Il mio assistito - ha concluso Vincentini parlando sempre di Casamonica - è vittima di una strumentalizzazione e di un giornalismo fatto spesso e volentieri con poca serietà, mistificando spesso la realtà".

"Ero ubriaco e sotto effetto di droga e non ho capito più nulla di quello che stava succedendo. Mi scuso con la giustizia", ha commentato Alfredo Di Silvio, 22 anni, che si è avvalso della facoltà di non rispondere proprio come il fratello Vincenzo.  Di sei anni più grande, Vincenzo Di Silvio ha addirittura negato di aver assistito alla lite con la disabile: "Ero convinto che mio fratello fosse stato aggredito dal barista, e per difenderlo ho tirato un pugno. Ma anche io ho ricevuto qualche colpo, ci sono i referti medici che parlano per me".

Chi si è sottoposto all'interrogatorio di garanzia è stato invece nonno Enrico, 71 anni, ai domiciliari: "Sono andato al bar dopo l'aggressione. Ci andavo sempre a fare colazione, e quando ho visto la titolare del locale le ho detto 'che cosa hanno fatto i mei nipoti?'. A quel punto lei ha risposto 'ho gia' fatto tutto' (cioe', ho già fatto denuncia, ndr). Ho provato allora a convincerla a desistere, ma mai in maniera aggressiva. E comunque non l'ho mai minacciato e non è vero che ho pronunciato la frase 'allora volete la guerra'".

 

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