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Roma
Regionali Lazio, Smeriglio: "Il Cinque Stelle nel Lazio è Roberta Lombardi"

Regionali Lazio 2023, l'ala sinistra del campo largo di Enrico Letta ha scelto: né Leodori né D'amato candidati Governatore, “perché ci sarà tempo” e poi l'incoronazione di Roberta Lombardi come interlocutore regionale del Movimento Cinque Stelle. E' Massimiliano Smeriglio, eurodeputato e leader di Sinistra Ecologista a tracciare la linea che la colazione con Sinistra Italiana, Leu e Europa Verde seguirà sino alle elezioni del prossimo anno.

Smeriglio, grande artefice del patto Pd-5 Stelle nel Lazio, il giorno dopo l'iniziativa di coalizione per dare vita ad un soggetto unitario, smentisce subito la preferenza per Daniele Leodori candidato governatore in successione a Zingaretti.

Smeriglio tra Leodori e D'Amato chi sosterrete?

“Non non abbiamo deciso niente e vorrei che fosse chiaro. Non ci sono le primarie, non c'è campo: andrei con calma. Per noi ieri è venuto il presidente ha fato un discorso condivisibile e apprezzato; è venuto il vice e ha fatto un saluto ma eravamo concentrati su di noi e sull'organizzazione della rete regionale e in relazione alle esperienza simili in chiave nazionale. Su Lazio e campo largo ci sarà tempo e parlo di persone che stimo e con cui ho lavorato”.

Resta sempre aperta l'interlocuzione col Movimento Cinque Stelle?

“Per me è fondamentale, penso di essere stato primo in Italia d intravedere questa prospettiva di lavoro comune. Nel lazio le cose vanno bene e c'è un'interlocuzione forte. E' intervenuta Roberta Lombardi sia sui contenuti che sullo scenario politico. La destra è il soggetto da battere alle Politiche e c'è anche la necessità di non rompere un'alleanza che ci rende competitivi. Immagino un campo col Pd con la Sinistra e il Movimento Cinque Stelle e un polo moderato. E' questo lo schema, Un campo largo non larghissimo con processi trasformisti,; dall'altra parte c'è il centro destra a trazione Destra e per noi è fondamentale il rapporto col 5 Stelle”.

Ma quale Movimento? Quello di Roberta Lombardi o Giuseppe Conte? Perché a Roma Raggi-Conte è all'opposizione di Gualtieri. Quale delle due anime?

“Noi dobbiamo prendere atto di come i soggetti alleati si organizzano. Il leader nazionale è Conte che ha una sua agenda ed è alla ricerca di uno spazio legittimo di autonomia e posizionamento, anche perché sarebbe improprio un soggetto troppo simile a Dem o alla Sinistra. Il riferimento regionale è Roberta Lombardi e le cose possono funzionare. Se dovessimo andare con la penna rossa nelle divisioni non finiremo mai: questi sono i due riferimenti”.

L'esperienza con Gualtieri di questi mesi come possiamo definirla?

“Ha preso una città con tantissime difficoltà accumulate in anni di insuccessi amministrativi di tutti, e dico di di tutti. Quindi ha accumulato il ritardo sul terreno della competizione globale con una macchina amministrativa deperita. Penso che Gualtieri stia facendo bene a concentrarsi sui fondamentali e a rimettere in moto la macchina. C'è un tema di vivibilità, decoro e qualità al quale dobbiamo prestare molta attenzione. La città non è uscita dal cono d'ombra. Sono tornati i turisti ed è un fatto positivo, il centro di Roma e i presidi archeologici devono diventare l'eccellenza. Noi siamo fortunati a nascere a Roma e le eccellenze sono quello che ci portiamo in dote e noi dobbiamo curarla al meglio. Questi sono temi che fanno la differenza”.

Tra i tanti temi cari alla sinistra c'è quello dell'emergenza casa. Ma la serie di sgomberi disposti dal Prefetto come si conciliano con questa esigenza?

“Il prefetto immagino tenti di fare il suo lavoro. Tuttavia non esiste un'agenda degna di un Paese democratico in cui si risolve buttando le persone fuori casa. Tutte le Capitali europee hanno offerta pubblica, in questi ultimi anni soprattutto la Regione l'assessore Valeriani stanno facendo un gran lavoro. C'è bisogno di housing e frazionamento. L'unica cosa che non si può fare è buttare le presone fuori casa.

Smeriglio lei è un fan della Roma...

E lo può dire forte e chiaro”.

“Si va bene, condivido, ma non c'è stata un'esagerazione nei festeggiamenti, con giocatori che hanno dato un pessimo spettacolo con cori contro la Lazio e l'esposizione della Coppa come un simbolo fallico?

“In piazza a festeggiare c'ero anche io seppure per pochi minuti ma questa cosa non l'ho sentita. Se questa cosa dei cori è stata fatta è un gesto sbagliato ma non è poi così importante occuparci di calcio minore, diciamo amatoriale. Ciò detto, penso che c'è un altro tema ed è molto bello. Ho visto tanti giovani; ho avuto il dubbio che il calcio non avesse più la capacità attrattiva e invece mi sbagliavo. Forse conta anche il fatto che c'è bisogno di ritrovarsi intorno a riti collettivi, e il calcio ha anche questa irrazionale magia. Tutto questo per una partita di calcio? C'è la città, l'identità c'è uno dei tifi organizzati più importanti del mondo e quindi c'è un elemento di riscatto. C'è la magia di un grande condottiero. Poi io preferisco una città allegra che una città silente. Sono state ore positive per Roma e speriamo di non dover aspettare altri 20 anni”.

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