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Roma
Regione Lazio, Rocca nei guai con le quote rosa. FdI lancia la junior Corrotti

Regione Lazio: due assessori alla Lega, due a Forza Italia e 6 a Fratelli d'Italia. Con un punto interrogativo: la Giunta di Francesco Rocca è alla ricerca disperata di almeno 3 donne per dare il giusto equilibrio. Già, ma chi? Tolta dallo scouting Roberta Angelilli, assessore in pectore alle Attività Produttive, la tornata elettorale non offre spunti al femminile di provata esperienza.

Oltre allo scandalo dell'attesa infinta per la proclamazione degli eletti, ormai siamo quasi a 15 giorni dal voto e sul sito del ministero degli Interni mancano ancora alcune sezioni di Colleferro, lo stallo della Giunta Rocca è dovuto proprio al “fattore donna”. Servono personalità, esperienza amministrativa e un curriculum idoneo, per far fronte alle richieste di decine di uomini che il giorno dopo la vittoria elettorale si sono candidati ad assessore. Il nodo “donna assessore” coinvolge anche Forza Italia dove la prima donna eletta è al quarto posto e meno la Lega che ha in Laura Cartaginese la seconda eletta. Se valesse la regola degli eletti in odore di assessorato, per Fratelli d'Italia la lista sarebbe lunga, col vantaggio – in caso di dimissioni che l'ordinamento del Lazio non prevede perché tra consigliere e assessore non c'è incompatibilità, si darebbe spazio a chi è rimasto fuori. Ma non è questo “il metodo Rocca”, almeno stando ai rumors che indicherebbe un ricorso a mani bassi a tecnici esterni donna.

A Di Martedì spunta all'improvviso Laura Corrotti

Ma in via della Scrofa – sede di Fdi – c'è qualcosa che si muove in senso diverso. Non è passata inosservata, anche se a tarda notte, la presenza di Laura Corrotti, ex Lega, poi passata tra polemiche nel 2022 a FdI “catapultata” nel salotto di Giovanni Foris a Di Martedì. Insolita presenza per la consigliera regionale più giovane della passata legislatura, ma anche la più giovane del centrodestra e con l'aggiunta di essere “figlioccia” della potentissima Chiara Colosimo, passata dal Lazio alla Camera e punta di diamante del cerchio Meloni. La Corrotti, nata a Itri ma naturalizzata romana dall'età di 7 anni, s'è lasciata sfuggire un'estrema confidenza con “Giorgia”, un appellativo ripetuto più volte, ma in perfetta sintonia con la mentore Colosimo che solo da poco utilizza il titolo di Presidente del Consiglio quando si rivolge al Premier. Quel “Giorgia” è sfuggito a pochi e così i rumors intorno ad una sue presenza in Giunta sin sono moltiplicati. E' giovane, è al secondo giro in Consiglio regionale, ha “menato come un fabbro” sulla vicenda delle mascherine di Zingaretti al tempo del Covid; trasmette serenità e di sé racconta sorridendo che mentre a scuola “i miei compagni sognavano di fare il veterinario, il pompiere e chi addirittura la velina, io volevo fare la politica”. C'è riuscita e ora potrebbe fare il record dell'assessore più giovane nel taem di Giorgia, grazie a due requisiti: l'assoluta fedeltà alla leader, garanzia per molti di un posto la soluzione alla ricerca difficile di Francesco Rocca.

"Cioè Giorgia" non è passato inosservato

laura corrotti di martedì
 

Quando a quel “Giorgia”, ripetuto da Floris, la Corrotti sorride: “Ero emozionata, era tardi ed era la prima volta che andavo su una tivvù nazionale. A 32 anni ci sta tutto soprattutto per la fretta con cui volevo esporre le mie idee”. Infine il rapporto con la Colosimo: “Io Chiara l'ho sempre adorata dal primo giorno in consiglio regionale, ero seduta vicina a lei ed eravamo la più giovane. Sono ancora la più giovane del centrodestra e lei all'epoca mi ha aiutato tanto. Abbiamo un rapporto e un legame di condivisione delle battaglie politiche fatte”.

Dal 2018 ha triplicato i suoi voti: un miracolo elettorale

Il peso elettorale della Corrotti? E' una specie di miracolo: nel 2018 entrò i Consiglio con la Lega con 3100 voti; alle ultime elezioni li ha moltiplicati come “pani e pesci” arrivando incredibilmente a 15 mila 168 quando mancano ancora alcune sezioni. Votata, trainata e ora anche “benedetta”.

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