Rifiuti, il governo "inchioda" la Raggi. E Ama annuncia un nuovo sciopero
Al centro dell'emergenza, secondo il ministro Costa, l'inerzia di Roma Capitale
Emergenza rifiuti, il ministero dell'Ambiente Sergio Costa ribadisce "la mancata definizioni di aeree idonee a colmare il deficit impiantistico" come "causa" della crisi romana. Il governo "amico" Lega-M5S inchioda il Comune alle proprie responsabilità, mentre i lavoratori Ama annunciano un nuovo sciopero.
L'inerzia di Roma Capitale è alla base dell'emergenza rifiuti capitolina. È questo, in sintesi, quanto ribadito dal ministro Costa durante la Commissione Ambiente della Camera. "Ho rivolto al Ministro dell'Ambiente una interrogazione per conoscere le iniziative in atto sulla situazione del ciclo dei rifiuti di Roma a seguito delle dichiarazioni dello stesso Ministro - spiega il deputato Pd Roberto Morassut - La risposta del Ministro annuncia una serie di misure metodologiche di coordinamento ma ribadisce la 'mancata definizione delle aree idonee a colmare il deficit impiantisco' come causa strutturale delle criticita' romane. Roma Capitale, quindi, decida rapidamente sulle aree e sul futuro di Ama e del suo bilancio. Virginia Raggi smetta di raccontare bugie ai romani e si sbrighi".
"A Roma la situazione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti è ormai un'emergenza sotto gli occhi tutti, la citta' e' ormai sommersa e questo rappresenta un danno incredibile per l'immagine della Capitale e un pericolo per la salute pubblica". Lo scrive in una nota il deputato e membro della Direzione Nazionale del Partiti Democratico, Roberto Morassut.
"Questa mattina - continua Morassut - presso la Commissione Ambiente della Camera, ho rivolto al Ministro dell'Ambiente una interrogazione per conoscere le iniziative in atto sulla situazione del ciclo dei rifiuti di Roma a seguito delle dichiarazioni dello stesso Ministro, sulla inerzia decisionale di Roma Capitale e sulla difficile trattativa Ama che rischia di paralizzare il servizio. Per due anni la sindaca e il suo partito hanno cercato di scaricare le responsabilita' di una gestione fallimentare sulla Regione Lazio, ma ora sono stati sbugiardati dal loro stesso governo". "La risposta del Ministro - spiega ancora il deputato Pd - annuncia una serie di misure metodologiche di coordinamento ma ribadisce la 'mancata definizione delle aree idonee a colmare il deficit impiantisco' come causa strutturale delle criticita' romane. Roma Capitale, quindi, decida rapidamente sulle aree e sul futuro di Ama e del suo bilancio. Virginia Raggi smetta di raccontare bugie ai romani e si sbrighi".
E mentre nelle aule della politica si dibatte su responabilità e colpevoli, i sindacati dei lavoratori Ama, Fp Cgil, Cisl Fit e Fiadel, confermano la manifestazione di protesta del 22 ottobre e annunciano un nuovo sciopero per il 5 novembre. "Ancora una fumata nerissima dal vertice di ieri tra azienda e Roma Capitale. La Giunta continua a non mantenere nessuno degli impegni presi e sottoscritti tramite gli accordi - si legge nella nota unitaria - Il 22 ottobre terremo la seconda assemblea cittadina, questa volta in Campidoglio e, a seguito di un problema tecnico verificatosi con la commissione nazionale di garanzia, terremo comunque lo sciopero di tutto il personale di Ama, ma il 5 novembre. Nel frattempo continueremo le assemblee già cominciate nei posti di lavoro".
Senza il bilancio salta ogni possibilità di rilancio del servizio - aggiungono i segretari generali Natale Di Cola, Marino Masucci e Massimo Cicco - salta la possibilità di costruire impianti adeguati, salta il tanto decantato e mal organizzato porta a porta. Senza bilancio saltano le assunzioni già previste da un piano industriale che viene vantato dalla stessa Giunta che lo affossa". E concludono: "Mentre gli impianti e il territorio tornano in grande sofferenza ancora nessuno ha spiegato ai lavoratori e ai romani quale sia il progetto ed evidentemente non basta il caos per le strade e le troppe inadeguatezze di questi anni per spingere chi amministra Roma ad affrontare la questione in modo responsabile"
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