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Roma
Rifiuti, Zingaretti “scivola” sulle discariche e si scarica le responsabilità

di Donato Robilotta *

La richiesta della Regione Lazio ai presidenti delle Province e alla sindaca della Città Metropolitana di Roma Capitale, confermata dal Presidente Zingaretti nel recente dibattito in aula proprio sui rifiuti, di individuazione entro il 30 Settembre delle nuove aree per le discariche è paradossale e non legittima.
Paradossale perché da un lato si dice che le province sono enti inutili che vanno chiusi, e dall’altro si scopre la loro utilità per fargli prendere decisioni difficili e impopolari sul territorio.
Considero inoltre la richiesta non legittima perché la Regione con l’art. 7 della lr 17/2015, di prima attuazione della del Rio, gli ha tolte tutte le competenze regionali trasferite negli anni precedenti, tra cui anche quelle sull’ambiente previste dalla legge 14/99, e gli ha lasciate solo le competenze fondamentali previste dalla legge 56.
La Regione per dire no al termovalorizzatore previsto dal cosiddetto decreto sblocca impianti del Ministro Galletti, come ho più volte scritto proprio su Affaritaliani.it, ha approvato la delibera di giunta n. 199 sul fabbisogno con la quale ha previsto che nei prossimi anni ci sarà bisogno di avere a disposizione circa 10 milioni di metri cubi di volumetrie di discariche.
Certo nella delibera la giunta regionale parla di impianti di smaltimento della frazione residua del trattamento dei rifiuti urbani ma sempre discariche sono, dove non si sversa più il tal quale, ma questo già accade da alcuni anni, ma solo i residui e gli scarti della lavorazione.
Sempre nella delibera 199 la giunta regionale evidenzia che la competenza di individuazione delle nuove aree per gli impianti di smaltimento sta in capo ai comuni, sulla base delle aree idonee stabilite dalle Province della Città Metropolitana di Roma Capitale, come prevede il dlgs 152/2006.
Peccato che la giunta Zingaretti dimentichi che le Province chiamate in causa dal dlgs. 152/2006 sono quelle di ieri e non quelle di oggi, dopo la modifica della Del Rio, e soprattutto dimentica tutta la retorica della sua parte politica sulla chiusura di questi enti e la sua decisione di togliere alle Province tutte le competenze trasferite riducendole di fatto a enti inutili.
La Regione dunque sulla base del deliberato della giunta invia le lettere ai Presidenti delle Province e alla sindaca della Città Metropolitana ma alle prime proteste e richieste di chiarimento in fretta e furia cerca di metterci una toppa approvando la delibera 335 con la quale intima agli enti di area vasta di esercitare quelle funzioni in attesa del riordino complessivo.
Una toppa peggio del buco perché nessun atto amministrativo, qual è una delibera di giunta, può superare una norma legislativa.
Insomma un vero e proprio obbrobrio giuridico che rischia di provocare un contenzioso tra i nuovi enti di area vasta e la regione, ma rischia soprattutto di provocare un caos indescrivibile.


* già Consigliere Regionale

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