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Roma
Riva, l'architetto della moda e la sfida casuale ad AltaRoma. L'intervista

di Tiziana Galli


Antonio Riva ha presentato la sua collezione sposa all’Hotel St. Regis proprio in concomitanza di Altaroma, la manifestazione romana dedicata alla moda, senza far parte del calendario ufficiale, ma a quanto pare si tratta solo di una mera coincidenza. “Ho deciso di venire in questo periodo perché voglio iniziare a dare una cadenza mensile agli appuntamenti con le clienti romane”, confessa.

 

Nell'epoca del digitale le spose sembrano preferire il contatto umano. Antonio Riva ha l’Atelier e la distribuzione a Milano, e numerosi punti vendita a Roma, Napoli, Bari e Palermo. E’ leader in Giappone e ben piazzato negli Stati Uniti.
Nasce come architetto ma raggiunge il successo come stilista, e la sua visione matematica dell’abito e della distribuzione dei volumi e degli spazi gli conferisce quel quid che spesso manca a molti stilisti. Ama l’arte e, strano a dirsi, preferisce artisti tutt’altro che classici come Picasso e Basquiat; gli piace viaggiare e dai suoi viaggi riesce a trarre l’ispirazione creativa; ha un aplomb semplice e disinvolto, senza forme di divismo, nonostante sia noto il suo tipo di clientela.

Antonio, lei nel 2014 ha creato l’abito da sposa per il secondo matrimonio di Michelle  Hunziker con Tomaso Trussardi, c’è differenza tra le ansie pre-nuziali delle donne comuni e quelle delle dive?
“Assolutamente no: stesse identiche ansie, anche se le donne di spettacolo sono più abituate ad indossare abiti di una certa importanza e quindi risultano più disinvolte”.

Quanto costa un suo abito?
“I miei abiti non sono necessariamente costosi, considerando la qualità che c’è dietro. Vanno dai tremilaseicento euro in poi, ma sono sartoriali, di tessuti buonissimi e sono prodotti completamente italiani. Se considera che siamo leader in Giappone, va da solo che siamo costretti a mantenere il valore del prodotto molto alto e rigorosamente Made in Italy. In Giappone acquistano solo un prodotto interamente italiano

Com'è la sposa giapponese?
“Molto meno difficile di quella italiana".

Lei è laureato in architettura, ha mai lavorato come architetto?
“Solo per le mie cose, ateliers e abitazioni, e poi ho fatto qualche progetto per alcune amiche, nulla di più”.

Perché una donna dovrebbe scegliere un suo abito?
“Perché è ben fatto”.

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