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Roma
Roma, al Comune come in carcere: si entra "timbrando" con le impronte digitali
I furbetti del cartellino

Dai cartellini timbrati dai colleghi, ai casi di corruzione, passando per uscite non autorizzate per andare a pranzo o al bar e casi di assenteismo. La lista delle violazioni al codice di comportamento sono all'ordine del giorno, anzi per la precisione una ogni due giorni circa: 168 i casi accertati e finiti sul tavolo della "disciplinare" capitolina.

Ora tutto questo dossier è nelle mani del Capo di Gabinetto che, con gli assessori di riferimento, sta cercando di fare il punto della situazione. Tra le prime soluzioni che potrebbero essere adottate c'è l'installazione di un nuovo lettore di cartellini che è legato alle impronte digitali.

Cresce la corruzione

Il dato che allarma di più è sicuramente quello della corruzione. Il numero, anche se non elevatissimo, si attesta a quota 19 casi (si va da regalie sopra la quota di 32 euro - secondo cui scatta la corruzione per il regolamento comunale - a casi accertati di mazzette per sbrigare pratiche, velocizzare gli iter, mutare un parere negativo), più del doppio del 2022, quando era solo otto e il quadruplo dell'era Raggi quando si era fermi a 4 casi. Emerso anche un caso di peculato e uno di appropriazione indebita.

Uscite non autorizzate

Tra le violazioni più frequenti ci sono le timbrature alla Checco Zalone: il collega che tinbra al posto del dipendente che esce senza averne diritto. I casi accertati superano quota 100, mente in una ventina di casi c'è il reiterato uso della mancata timbratura: un foglio in cui si autocertifca l'uscita o l'entrate con la dimenticanza di timbrare il cartellino. In molti casi i dipendenti furbetti sono stati pizzicati dalle telecamere o da una soffiata di qualche collega.

Gli articoli 90

Un altro caso riguarda i dipendenti assunti con contratto ex articolo 90, i mandati fiduciari di assessori e politici in forza alla maggioranzza. Qua, secondo fonti interne, c'è un elevato uso dei servizi esterni: un modo per uscire "giustificati" dall'ufficio con una semplice autocertificazione firmata dal caposegreteria o dal funzionario di turno. Molto spesso sono dovuti al fatto di dover seguire l'assessore o il responsabile in missione esterne all'ufficio ma, secondo i consiglieri di opposizione, spesso è un modo furbesco per andare via senza perdere decurtazioni in busta paga. Per far emergere questo sistema si stanno predisponendo ben tre accessi agli atti per avere un report sul comportamento degli articoli 90.

Come in banca

Davanti a un preoccupante innalzamento dei casi di violazione ripetuta del codice comportamentale dei dipendenti comunali il Campidoglio potrebbe puntare a una stretta sui controlli: al vaglio anche il progetto di lettori digitali di riconoscimento. Ma come funziona questo nuovo sistema? Per ottenere la timbratura del badge, ed evitare così che venga timbrato furbescamente dal vicino di scrivania o da un collega che fa la lunga, è necessario anche il riconoscimento delle impronte digitali. In altri comuni questo sistema è già attivo e i ricorsi al garante della Privacy non hanno avuto terreno fertile. Non sono, una delle case produttrici più importante al mondo è italiana e detenie il brevetto per le timbrature antifurbo. Nel settore privato il sistema è operativo da tempo: si tratta di un'evoluzione dei sistemi di controllo per accedere in banca. 

 

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