Roma, Camorra e 'ndrangheta unite per il narcotraffico, 19 arresti
Blitz dei carabinieri, in manette anche una donna e alcuni albanesi
Maxi blitz antimafia dei carabinieri tra Roma e Napoli.
Circa 200 uomini del Comando provinciale di Roma, in collaborazione con i colleghi di Napoli, elicotteri e unità cinofile, hanno eseguito un'ordinanza emessa dal Gip di Roma, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, che dispone la custodia cautelare per 19 persone (16 in carcere e 3 ai domiciliari).
Per gli arrestati, tra i quali anche una donna e alcuni albanesi, le accuse sono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, aggravata dall'uso delle armi e spaccio di droga: a due di essi viene contestato il reato di lesioni gravi, commesse con arma da fuoco e modalità mafiose. L'indagine dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Roma ha consentito di documentare "l'operatività di due distinte organizzazioni criminali, entrambe armate e dedite al narcotraffico, in stretta sinergia tra loro, di cui una di tipo mafioso, a connotazione camorristica, capeggiata dai fratelli Salvatore e Genny Esposito, a Roma dagli '90, e l'altra con a capo Vincenzo Polito, che si avvaleva della collaborazione di esponenti delle cosche di 'ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, le famiglie Filippone e Gallico, presenti nella capitale".
È inoltre emerso come i fratelli Genny e Sasà Esposito avessero strutturato la principale piazza di spaccio di San Basilio sul modello tipico di Scampia. A quanto ricostruito dagli inquirenti, la compagine diretta dai due fratelli era organizzata con dei capi piazza, collegati direttamente a loro, vedette e numerosi pusher ai quali veniva imposto l'esclusivo approvvigionamento della droga dal sodalizio e vedette. Un cugino degli Esposito, gestore della piazza, si sarebbe perfino tatuato sul braccio i diminutivi dei nomi dei suoi capi "Sasà" e "Genny".
Tra i destinatari dell'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma, c'e' anche Arben Zogu, di origini albanesi, detto "Riccardino", conosciuto nell'ambiente degli ultras della Lazio.
Contemporaneamente agli arresti, sono 44 le perquisizioni effettuate a carico di persone gravitanti nell'orbita dei due gruppi criminali, per lo più residenti nel quartiere romano di San Basilio, ma anche a Napoli, Nettuno e paesi limitrofi a Roma. Si tratta di pusher, vedette e vari 'galoppini' delle associazioni colpite dall'operazione dei carabinieri di via in Selci e della Procura della capitale.