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Roma
Roma, Caudo: "Per il Parco dei Fori un concorso internazionale di architetti"

Il Parco archeologico dei Fori Imperiali torna in auge. Un lavoro progettuale per regalare a Roma e al mondo un'area archeologica ancora più bella, imponente e fruibile. A parlare del progetto ci ha pensato Presidente della Commissione Pnrr di Roma Capitale, Giovanni Caudo.

Caudo: "Chiarezza sul progetto"

"Ritengo necessario fare un po' di chiarezza sul progetto di Roma Capitale del parco archeologico nell'area dei Fori Imperiali, per rimettere ordine in quanto riportato dalla stampa.  Eravamo infatti in attesa che l’Amministrazione presentasse il piano di sistemazione, frutto del lavoro di coordinamento affidato dal sindaco Roberto Gualtieri a Valter Tocci.  Un'attività lunga più di un anno che ha coinvolto tutti i soggetti interessati e ha consentito di dare un'anima alla miriade di singoli progetti finanziati con il PNRR.  Una visione che s'inseriva nel quotidiano della vita della città e proiettava nella doppia dimensione temporale, verso il passato - recuperando quanto di meglio è stato detto, scritto e fatto su quell’area in oltre 150 anni -, e il futuro - dando dignità storica e di spazio civile e urbano a un luogo che nel mondo occidentale può essere assimilato per importanza solo all’Acropoli di Atene e che oggi (ma questo, a quanto pare, sta bene a molti) è un terreno franco per acchiappa-turisti e bagarini".

Il veto del Ministro

Apprendiamo dal Messaggero - continua Caudo - che grazie alla campagna di stampa contro il progetto condotta nelle settimane scorse, il ministro della Cultura del governo Meloni ha imposto al Comune, in una riunione in cui era assente proprio Valter Tocci, il mantenimento, nei progetti e nel concorso internazionale di Architettura che dovrà essere pubblicato, della larghezza e dei marciapiedi di via dei Fori Imperiali. Un non senso se non ideologico. La strada di Mussolini, larga come il Grande raccordo anulare, nel progetto di Roma Capitale, veniva invece reinserita nella storia e nella stratificazione storica del posto e ridata alla fruizione della collettività.  Era anche prevista la restituzione di percorsi urbani che davano una maggiore comprensione di cosa la via avesse nel tempo nascosto ai turisti ma prima ancora ai romani".

Chiamata a rapporto la società civile

"Se in questa città - conclude il Capogruppo di Roma Futura -  è presente ancora una società civile è bene che si faccia sentire adesso. Intanto, per i modi con cui si deviano progetti e percorsi istituzionali e poi per il merito, leggere delle preoccupazioni del ministro della Cultura per marciapiedi e bordi della strada, senza curarsi di cosa ci sia appena sotto di essa, alla quota archeologica, segna definitivamente la fine di una prospettiva riformista per la Capitale. Ciò a vantaggio di una ideologia della destra a cui manca il coraggio di fare l’unica cosa coerente con le sue posizioni: la riapertura al traffico di via dei Fori Imperiali. Almeno così si giustificherebbe la conservazione della sede stradale e anche del benzinaio che si trova in piena area archeologica e ha i serbatoi di benzina nel sottosuolo dove c'è il tempio della Pace che sarebbero salvati dalla sospensione ministeriale degli scavi".

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