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Roma
Roma eterna e crudele, 44 sguardi raccontano la città. C'è l'omaggio di Totti

di Patrizio J. Macci

“Sorridi siamo a Roma” una raccolta di racconti e cartoline a cura di Antonio Veneziani (Ponte Sisto Editore), un nutrito gruppo di scrittrici e scrittori si è misurato con il racconto della Capitale a trecentosessanta gradi. Il testo ospita anche lo sguardo di Francesco Totti, Andrea Rivera e Giancarlo De Cataldo, Renzo Paris, vere e proprie “guest star”.

 

Quarantaquattro, sono in tutto gli autori che hanno accettato la sfida, ognuno con una grande attenzione verso la Metropoli e tutto ciò che la fa meravigliosa e unica, ma con un occhio ai mali che la affliggono.
Gli stili sono compresi in un ventaglio molto ampio: si passa dal monologo teatrale al racconto intimista, dalla narrazione del ricordo all’affabulazione intorno e dentro Roma. C'è amore, odio, rabbia, paura, distacco, rimpianto, rancore, nostalgia del passato, sospetto per questa città meravigliosa e sempre più invivibile. La lingua e i toni sono diversi, tutti, in ogni caso, partecipi.

Le firme sono: Renzo Paris, Ugo Magnanti, Dona Amati, Claudio Marrucci, Ignazio Gori, Gianfranco Franchi, Roberto Campagna, Clea Benedetti, Luca Giachi, Antonella Rizzo, Maria Borgese, Maurizio Valtieri, Andrea Appetito, Enza Li Gioi, Fernando Acitelli, Isabella Borghese, Claudio Miani, Igor Patruno, Tiziana Rinaldi Castro, Carmine Amoroso, Ilaria Palomba, Alda Teodorani, Rolando Galluzzi, Giulio Laurenti. Fra gli esordienti o quasi spiccano Gabriele Galloni, David Laurenzi, Flavio Contrada, Carlo Taddeo, l’adolescente Vanessa Massa e il poeta romanesco Giorgio Cameli. Giuseppe Pollicelli e Emiliano Conti spiazzano il lettore con una graphic novel, Citto Maselli e Susanna Schimperna.

Un vero e proprio omaggio a Roma: città aperta, città eterna, città crudele e cruda, città d'amore e odio. Un omaggio disincantato, divertente, romantico, persino surreale. Campagna racconta uno “sbracato” e improbabile salotto letterario della Capitale anni Settanta, situato dietro il Pantheon. Un racconto elegante, intelligente, da morire dal ridere sul quale riflettere attentamente.

Ignazio Gori scolpisce un gruppo di anziani a Centocelle alle prese con i trìboli degli anni che passano. Dona Amati con empatia e partecipazione dipinge la vita di una lavandaia anni Cinquanta nel quartiere Testaccio; Andrea Appettito che immagina un’apocalittica Roma sottacqua; Maurizio Valtieri che racconta un suicidio a Regina Coeli.
Infine Claudio Marrucci che, con il suo "pesce povero" comprato ad Ostia, fa rivivere e assaporare il profumo della semplicità. Un libro che può essere letto procedendo a salti di pagine, perdendosi nel dedalo degli sguardi che gli scrittori gettano sulla città senza correre il rischio di rimanere mai delusi.

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