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Roma
Roma: fallisce il golpe contro Virginia Raggi. Il piano di Caltagirone sfuma

di Fabio Carosi

Roma tra rifiuti, burocrazia, trasporti, verde pubblico, buche e bancarelle oltre alla crisi dei conti di Ama e Atac: dopo due settimane di bombardamento chirurgico fallisce il piano del cavaliere Francesco Gaetano Caltagirone di rovesciare con un colpo di stato giornalistico il governo di Virginia Raggi e del Movimento Cinque Stelle.

Dal quartiere generale dell'imprenditore-editore i ben informati raccontano il bruciore di una sconfitta perché il “golpe alla romana” prevedeva due fasi: far salire la tensione inchiodando alle sue responsabilità il sindaco e la giunta “leggera” com il quotidiano di via del Tritone e poi trovare una specie di salvatore della patria che doveva marciare sul Campidoglio in una manifestazione cittadina spontanea e dare il colpo finale alla mala gestione di Roma.

Il primo passo è stato compiuto, trainando persino i giornali esteri nella descrizione di una città al limite della vergogna, il secondo passo no. E nella battaglia di carta, la sintesi è feroce: il sindaco prende a pesci in faccia (col pesce ben incartato nel giornale) giornali e giornalisti ma resta al suo posto e i missili della Cronaca di Roma stanno per finire. Anche perché dopo aver fotografato uno ad uno tutti i cassonetti della città e dopo aver scritto a chiare lettere che questa amministrazione “non è capace” e si vede, c'è poco da raccontare nel nulla demagogico-social della città Capitale. Insomma il primo round di una battaglia ancora lunga se l'è aggiudicato ancora una volta senza fare niente il sindaco Raggi. Che finirà pure per salvarsi dall'emergenza monnezza, un po' perché tra qualche giorno la città si svuoterà, molto perché le responsabilità sono da condividere con Nicola Zingaretti vera star del dribbling

Ma c'è ancora la seconda fase, quella in cui sperava il Cavaliere. Fonti molti vicine all'imprenditore raccontano di una specie di sogno da realizzare: vedere Nicola Zingaretti lasciare per un momento la segreteria del Pd e guidare una manifestazione civico-politica in Campidoglio alla guida di un esercito di cittadini che di questa amministrazione scarsa non ne possono più e, come accaduto per Ignazio Marino, far cascare dalla poltrona il sindaco delle gaffe e dell'improvvisazione. E qui la grande delusione. Non solo Zingaretti ha esitato sino all'ultimo per “ordinare di far pulizia”, ma ha anche evitato lo scontro diretto con la Raggi, affidando alla seconda linea di Valeriani, le punture al fianco del Campidoglio. E nello schivare responsabilità politiche e “fatiche” Zingaretti è un maestro.

Senza un cuor di leone, il primo round va a Raggi, ma solo per incapacità della politica di tornare in piazza.

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