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Roma
Roma, la delibera fantasma sui Consorzi. A rischio 43 mln di opere pubbliche

di Antongiulio Pelonzi *

La Giunta Raggi approva il nuovo schema di convenzione per i consorzi. Quarantatré milioni di opere pubbliche a rischio. Dopo mesi di mistero riguardo al testo del nuovo schema di convenzione per i consorzi, che rimbalzava tra giunta e dipartimento, ecco comparire la delibera "fantasma". 

Fantasma perché né le forze politiche di opposizione né i diretti interessati, ovvero i consorzi, hanno avuto la possibilità di vederla. Una delibera da fermare perché se non fosse cambiata prima di approdare in aula Giulio Cesare, potrebbe segnare la fine dell'esperienza trentennale dei consorzi che realizzano le opere pubbliche nelle zone ex abusive.

Queste zone si trovano nella periferia romana, nate da cittadini che costruirono le proprie abitazioni abusivamente e che successivamente le sanarono per poi unirsi in consorzio. Soggetti giuridici senza scopo di lucro che raccolsero i soldi relativi agli oneri edificatori per progettare le opere pubbliche del loro quartiere.

Un esempio di autogestione, oggi si direbbe partecipazione attiva, ben riuscito.Autorizzati da leggi regionali, statali e delibere comunali e controllati dalle istituzioni nel loro operato, con conti correnti vigilati dal comune.I consorzi hanno realizzato molto ma tanto ancora avrebbero da fare: debbono essere autorizzati ancora quarantatré milioni di opere in diversi toponimi.

Opere e servizi per le periferie, con progetti pronti e soldi che attendono inutilmente di essere impiegati. 

La giunta Raggi al posto di autorizzare quegli interventi tira fuori una delibera che chiede ai consorzi di cambiare natura giuridica e diventare soggetti imprenditoriali a tutti gli effetti, e di attuare questa trasformazione in due mesi dall'applicazione della delibera, pena la restituzione dei soldi giacenti nei conti correnti. Applica loro  l'IVA non rimborsabile chiedendo anche, a soggetti senza scopo di lucro, di coprirne con risorse aggiuntive il costo. 

Il motivo formale di tutto ciò è un'adeguamento alla modifica del codice degli appalti ed una recente direttiva europea sugli di settore. Motivo quantomeno discutibile visto che la nuova normativa nazionale ed europea non riguarda soggetti nati con legislazione specifica. I consorzi infatti vennero creati come soggetti di scopo con provvedimenti ad hoc perché configuravano un preciso interesse pubblico. 

Come gruppo PD Campidoglio abbiamo chiesto il ritiro della delibera e l'apertura di un tavolo di confronto tra consorzi assessorato e commissione urbanistica per modificare il testo. Il cinque novembre scorso si è tenuta un'assemblea a cui hanno partecipato circa cinquecento tra presidenti di consorzi, cittadini, rappresentanti di diverse categorie, forze politiche, organizzata dalle principali associazioni di recupero urbano. Tutti i capigruppo di opposizione hanno chiesto uno stop alla delibera, anche la presidente del settimo municipio Monica Lozzi si è detta molto perplessa, i consorzi hanno minacciato la restituzione dei fondi al comune. Il fatto che il comune potrebbe gestire in proprio le gare per le opere pubbliche nelle aree ex abusive è preoccupante visto che in tre anni e mezzo questa amministrazione ha bloccato la città proprio a causa dell'incapacità di spesa, molte gare sono ferme da tempo.

Il principio di civica autonomia organizzativa dei cittadini sarà annullato a favore del presunto rigore di bilancio. Insisto nel dire che la delibera va ritirata ed il testo riscritto.

* Antongiulio Pelonzi, Capogruppo Pd Roma Capitale

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