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Roma
Roma, rivolta al centro migranti di Ponte Galeria, 14 arrestati dalla Polizia
Il Cpr di Ponte Gsleria

Sono 14 i migranti arrestati dalla polizia per la rivolta di domenica al Cpr di Ponte Galeria a Roma.

I disordini sono scoppiati dopo che un 22enne originario della Guinea si è suicidato. Il giovane è stato trovato morto al mattino. Alcuni ospiti hanno sfondato due grate di ferro, tentato di sfondare una porta in ferro e incendiare una macchina della polizia. Poi hanno lanciato di sassi contro le forze dell'ordine tentando di uscire dalla struttura: per placare i disordini la polizia hanno lanciato lacrimogeni. Due i carabinieri feriti nel corso della rivolta.

E sul caso drammatico del suicidio e dei disordini, iterviene anche il Nuovo Sindacato Carabinieri: "Vere e proprie scene di guerra e terrore e 5 colleghi dell’8° Reggimento Lazio si sono ritrovati davanti 50 persone inferocite che hanno letteralmente devastato la struttura, sfondando muri per recuperare pietre da lanciare e abbattendo il cancello dell’ingresso principale. Due colleghi sono finiti in ospedale, sono state rubate radio, zaini e portafogli dei militari. Ci chiediamo se sia normale lavorare in queste condizioni umilianti", racconta Giorgio Carugati, responsabile dell’ufficio organizzazione mobile del Nuovo Sindacato Carabinieri

Lo scandalo: "5 carabinieri per controllare 101 persone in attesa di rimpatrio"

Prosegue Carigati: "Ancora una volta siamo chiamati a ribadire l’importanza dell’approvazione delle nuove direttive per l’ordine pubblico, ci chiediamo cosa stia aspettando il Comando Generale, già più volte sollecitato. Ancora – insiste Carugati – non è accettabile che un Cpr che ospitava 101 persone, preveda la presenza di soli 5 militari. Non si può parlare di squadra antisommossa con sole 5 unità, due delle quali ferite dalla sassaiola. Ci auguriamo – conclude – che a seguito di questo ennesimo episodio il Comando Generale decida di aumentare l’organico in servizio presso il Cpr, non s può lavorare in queste condizioni disumane rischiando la pelle".

"Si muore nelle carceri ma anche nei Cpr"

Su Ponte Galeria, interviene anche Aldo Di Giacomo, vice segretario generale Osapp

Aldo Di Giacomo, vicesegretario generale Osapp, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria: "Anche in questo caso, come sta accadendo per il suicidio dei detenuti, le reazioni istituzionali e politiche si limitano alla formalità del cordoglio e a ripetere che non dovrebbe più accadere. In pochi invece ammettono che questi sono superati dal costante ingresso di cittadini extracomunitari nei Cpr e nei nostri istituti penitenziari. Nel 2022 secondo il dossier di associazioni (le uniche che se ne occupano) nei Cpr vi sono transitati 6.383 migranti, il 68,7% in più rispetto al 2021 (4.387), ma solo la metà dei trattenuti (49,4%) ne è uscita per rientrare nel Paese d’origine (3.154), un’incidenza in linea con quella degli anni precedenti (50,9% nel 2022 e 49,0% nel 2021), ad evidenziare che la scarsa efficacia non è contingente ma intrinseca al sistema. È anche dimostrato che il tasso di efficacia non migliora prolungando i tempi del trattenimento, periodicamente oscillati, dal 1998 ad oggi, tra i 30 giorni e i 18 mesi".

Secondo i dati raccolti nel 2022, su oltre 500.000 stranieri stimati in condizione di soggiorno irregolare in Italia (un decimo rispetto ai poco più di 5 milioni regolarmente residenti), soltanto a 36.770 è stata intimata l’espulsione, circa 1 ogni 14 (inclusi 2.804 afghani e 2.221 siriani, che pure fuggono da Paesi in guerra e da gravi pericoli per la propria persona). Di questi, solo 4.304 (11,7%) sono stati effettivamente rimpatriati: una quota estremamente bassa e inferiore a quelle registrate perfino negli anni dell’emergenza sanitaria (15,1% nel 2021 e 13,7% nel 2020), caratterizzati da forti restrizioni nella mobilità internazionale. Il prolungamento del trattenimento e l’aumento dei Cpr (o di strutture analoghe) comportano, invece, maggioricosti economici,oltrechéumani. Lafinanziaria di fine 2022 ha previsto una spesa, per il triennio 2023-2025, di 42,5 milioni di euro per rafforzare il sistema dei Cpr con 206 nuovi posti. E ulteriori risorse dovranno essere stanziate per averne uno per regione.

"I conti dei Cpr non tornano"

Conclude Di Giacomo: "Tra il 2021 e il 2023 sono stati spesi 56 milioni di euro per affidare a soggetti privati la gestione dei Cpr, cifra che non include i costi del personale di polizia e di manutenzione delle strutture. Altri 20 milioni sono stati stanziati a favore della Difesa per approntare i nuovi Cpr, ma difficilmente saranno sufficienti. Ci sono dunque validissimi motivi per superare i Cpr. Invece per raddoppiare i Cpr, come prevede il piano del governo, serviranno almeno duemila agenti che sono già ampiamenti inadeguati nelle carceri”.

 







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