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Roma
Roma: scompare Raniero Bendetto, vero Dc e allievo prediletto di Aldo Moro
Raniero Benedetto

Raniero Benedetto soprannominato “il Moro del Campidoglio”, e da alcuni che evidentemente ne stimavano e forse temevano le capacità politiche, “il serpente”, ha avuto il privilegio di veder scomparire il suo partito e poterlo raccontare per più di vent’anni.

Era stato infatti consigliere, assessore regionale e comunale nelle fila della Democrazia Cristiana della quale era stato anche segretario regionale. La fotografia in bianco e nero è quella della nomenclatura del partito romano degli anni Settanta e Ottanta nella quale la sua figura si staglia nitida.

Sul web non c'è traccia della sua data di nascita

A cercare la sua data di nascita sul web si rimane stupiti perché non appare, oppure qualche manina lesta l’ha fatta obliare. La prima cosa che salta agli occhi, invece, è una splendido scatto di Marcellino Radogna che lo cattura con Aldo Moro nel 1971. Era il suo maestro, e lui uno degli allievi prediletti. Erano gli anni nel quale i politici spaccavano il capello, se le davano di santa ragione nelle aule utilizzando il rasoio affilatissimo della dialettica: in Campidoglio Benedetto era capace di citare a memoria i classici, dileggiava con sarcasmo sorretto da citazioni le tesi del Partito Comunista parlando in greco antico, snocciolando  passi di Cicerone.

La lectio magistralis al Consiglio Comunale di Roma

Un giorno intrattenne il consiglio comunale per un pomeriggio spiegando il significato di “weltanschaaung”, la visione del mondo dei filosofi tedeschi. Erano anche tempi in cui un sindaco Dc, Pietro Giubilo, cadde per lo scandalo delle mense scolastiche e mezza giunta Carraro finì poi agli arresti. I soprannomi che le cronache avevano affibbiato ai politici in quegli anni facevano venire i brividi. A chi glie lo ricordava uno di loro passato alle cronache con il soprannome di “Luparetta” al secolo Antonio Gerace assessore all’Urbanistica, ricordò molto prosaicamente che “chi va al mulino s’infarina”. Nel 2005 invece a chi paragonava Matteo Renzi ad Aldo Moro così rispose Benedetto: “è assurdo paragonare Renzi a Moro, un esempio come il nostro Aldo servirebbe molto alla sporca politica italiana di oggi”. Diceva “nostro” usando il nome del partito come un marchio d’origine controllata, quando la politica era già diventata una roba da supermarket.

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