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Roma
Roma, scuola addio: inizia la festa. Ultimo giorno tra scherzi e gavettoni

di Silvia Tarquini

Cori, gavettoni, lancio di uova e farina: gli studenti salutano così i banchi di scuola.

 

Il suono della campanella ha dato il via alla festa. I ragazzi sono scesi nei cortili armati di super liquidator e di secchi pieni d’acqua e hanno iniziato la “guerra”: il gavettone è, infatti, da generazioni il simbolo della chiusura delle scuole. I più combattivi si sono armati anche di schiuma da barba, panna, uova e farina. Il maltempo previsto su Roma ha graziato gli studenti che hanno così potuto esprimersi liberamente in un caos di scherzi e giochi d'acqua.

Affaritaliani è andato per l'occasione in “missione” tra i ragazzi del Liceo Classico Mamiani. Una scuola, come tante a Roma, dove si respira già l'aria di estate. Inevitabile, anche nell'era delle social-manie dominate dallo smartphone,  il richiamo di scherzi e gavettoni che non invecchiano mai. Troviamo così chi ha già la valigia pronta per partire per il mare e chi invece deve fare i conti con gli esami di maturità, ma la gioia per la fine delle lezioni in via delle Milizie coinvolge tutti, anche professori e bidelli.

Per Sofia e Silvia, del quarto ginnasio, l’allegria è mista alla tensione per gli scrutini finali: “Il 15 giugno usciranno i quadri online, fino ad allora non ci sentiamo in vacanza”. Leonardo, classe 2004, è invece di tutt’altro avviso: “Io parto domani, non possiamo rovinarci le vacanze aspettando i risultati. Le ferie iniziano ora”.

Anche Matteo, con una pistola d’acqua in mano, non sembra affatto preoccupato per i quadri: “Sono felice, e poi faccio il quarto anno, lascio le preoccupazioni ai miei amici maturandi”. Come Teresa, Francesca e Alessia, uscite incolumi, e soprattutto asciutte, dalla “battaglia” di gavettoni: “Siamo all'ultimo anno, sappiamo come difenderci. E poi ora torniamo sui libri”.

Per Alice, secondo liceo, l’ultimo giorno è stato pesantissimo: “Ho avuto due interrogazioni, per fortuna sono andate bene. Ora sono libera”. Cecilia, stessa classe, sorride e spera che questo, per lei, sia davvero il penultimo anno: “Ho paura di essere bocciata. Ho provato a rifarmi dei brutti voti fino ad oggi. Incrociamo le dita”.

Deposte le armi, tutti in sella a bici e scooter, o a bordo delle minicar, per proseguire i festeggiamenti con un bel tuffo alla fontana di piazza Mazzini. Tranne Giulio, del terzo liceo: “Io torno a casa a studiare, la maturità incombe”.

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