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Roma
“Roma, senza storia non c'è futuro”. L'arte di Alda Fendi unica salvezza

di Maddalena Scarabottolo

Roma, senza storia non c'è un rilancio. Il rinnovamente passa da ricordo della grandezza culturale e artistica del passato, Alda Fendi non ha dubbi. Intervista alla più giovane delle cinque sorella "regine” della moda italiana, tra arte e cultura: "Il futuro è sperimentazione".

 

Palazzo Rhinoceros, tra la Bocca della Verità e l'arco di Giano, nei pressi del Foro Boario, ospita fino al 30 maggio una mostra surreale; “Istantanee dell'assurdo - Ionesco, il Rinoceronte e Roma”, curata da Raffaele Curi, il simbolo di ciò che oggi vuole essere la Fondazione Fendi e palazzo Rhinoceros: un luogo attrattivo dove ritrovare intrecci ed energie che confluiscono all'interno di discipline diverse.

Il pubblico viene accolto, nella prima sala, dal Rhinoceros apud Saepta che prima della mostra era ospitato presso l'arco di Giano. La ricostruzione del gigante mammifero diventa il filo conduttore di tutta l'esposizione. Un animale che dalla Roma di Svetonio a Eugène Ionesco è divenuto il simbolo della poesia che, unita alla forza e alla forma, ci incoraggia ad andare controcorrente e ad uscire dagli schemi del conformismo contemporaneo che portano alla standardizzazione dell'individualità. Gli artisti Pierre et Gilles hanno creato per l'occasione un ritratto di Alda Fendi, intitolato “Il cuore delle api”, trasformando la protagonista in una sorta di ape regina. Un'iconografia contemporanea, quella di Pierre et Gilles, che ben illustra lo sforzo, il lavoro e il mecenatismo che Alda Fendi sta promuovendo per permettere a Roma di continuare a creare conoscenza e cultura.

Affaritaliani.it ha intervistato Alda Fendi per comprendere come queste iniziative culturali siano fondamentali per far crescere la Roma di oggi.

Signora Alda Fendi, com'è nata l'idea per questa mostra?

“Dopo l’esposizione dell’Adolescente di Michelangelo Buonarroti, proveniente dal Museo Statale dell’Ermitage, la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti ha deciso di proporre un nuovo progetto, che si articolerà in vari appuntamenti. Istantanee dell’assurdo è una ricognizione attraverso immagini, suoni, parole che spazia tra teatro dell’assurdo e surrealismo, passando per cinema e immaginario pop.L’idea parte dalla storia della Fondazione, che nasce con la volontà di sperimentare e di cercare le interferenze e la contaminazione tra le arti, e di non accontentarsi mai di niente di banale. Con le mie figlie Giovanna e Alessia ci siamo trovate sempre d’accordo nella continua ricerca delle novità per promuovere le arti tutte in una sorta di laboratorio permanente per la circolazione delle idee.Così l’action Ionesco, il Rinoceronte e Roma, che è la prima tappa di questo progetto, è un caleidoscopio di immagini che accompagna il visitatore tra installazioni, proiezioni, fotografie, musica. Si passa dall’installazione Rhinoceros apud Saepta di Raffaele Curi (selezionata dall’ADI per il prestigioso premio Compasso d’Oro) - ispirata a una frase dell’autore latino Svetonio - a un protagonista assoluto della drammaturgia del Novecento, Eugène Ionesco. Da una parte il Rhinoceros apud Saepta di cui parla Svetonio nelle Vite dei Cesari dall’altra Il rinoceronte di Ionesco, due delle ispirazioni del nome di questo palazzo e di questa rhinoceros gallery, che mi piace pensare come un hub culturale innovativo, un faro sempre illuminato. Ma sarà possibile vedere anche video del geniale artista tedesco Klaus Nomi, tra gli ispiratori di David Bowie, e un omaggio all’arte povera e a Kounellis, che proprio negli anni in cui Ionesco visita Roma, inizia a esporre presso la storica Galleria La Tartaruga. E poi film, Il rinoceronte con Gene Wilder, Zero Mostel e Karen Black e La cantatrice calva con Franca Valeri. C’è anche un’opera di Pierre et Gilles, due tra i più importanti artisti francesi, un ritratto che mi hanno dedicato e che amo molto. Il titolo dato da loro è Le coeur des abeilles. Alda Fendi par Pierre et Gilles (Il cuore delle api. Alda Fendi vista da Pierre et Gilles). È ambientato all’interno di una scenografia molto particolare, tipica del loro immaginario pop, tra cultura popolare e storia dell’arte”.

Qual è la chiave di lettura per comprendere l'installazione?

“Dopo esserci occupati di antico e di contemporaneo, di archeologia e di performance multimediali, gli Esperimenti sono maturi per il discorso dell’assurdo e del surreale nel teatro, nell’arte, nella letteratura. Questa intuizione è stata premiata come sempre dalla empatia del nostro pubblico, che amo definire un pubblico extra-ordinario. La chiave di lettura è la libertà dell’immaginazione, l’omaggio a un autore – Eugène Ionesco - che tra i primi ha saputo cogliere l’incapacità che esiste oggi nel comunicare e che ha fatto della sur-realtà il suo punto di vista sul mondo. Nel suo celebre testo Il rinoceronte, racconta di una città in cui si manifesta una epidemia di “rinocerontite”, sindrome che trasforma le persone in rinoceronti, una critica contro ogni forma di conformismo, contro la tendenza all’omologazione sempre in agguato, che mi sento di condividere”.

Cosa può imparare Roma da questa mostra?

“Mi piace pensare a Istantanee dell’assurdo come un susseguirsi di action, un insieme di linguaggi che interferiscono e mutano in rapporto con gli altri. Qui il pubblico passa dall’installazione Rhinoceros apud Saepta alla proiezione di film, Il rinoceronte e La cantatrice calva, entrambi tratti da Ionesco alle fotografie che celebrano l’arrivo di Ionesco a Roma e ci ricordano di quegli anni tra i Cinquanta e i Sessanta quando la nostra città era un crocevia culturale dove si incontravano e dialogavano artisti, scrittori, poeti, registi, attori, intellettuali da tutto il mondo. Vedere Ionesco accanto a Palma Bucarelli, la storica direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, o che presenta in libreria il suo Rhinocéros appena pubblicato mi fa riflettere sull’importanza della cultura, in tutte le sue forme. Sono convinta che Roma debba avere la capacità di rinnovarsi attingendo alla sua storia e al suo immenso patrimonio artistico, architettonico, culturale. Il futuro è la sperimentazione. E allo stesso tempo, quello che verrà nei prossimi anni nasce da quello che è già stato fatto. Il futuro deve essere ispirato da ciò che è stato realizzato nel passato, da lì trarre la sua forza e il suo nutrimento”.

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