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Roma
Roma una città senza futuro. “Topi e pidocchi nelle scuole”

di Alberto Berlini

E' il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a lanciare l'allarme dal palco de “La Prossima Roma” la prima tribuna politica organizzata da Francesco Rutelli per le elezioni comunali del 2016 : “Pidocchi nelle scuole e città invasa dai topi”. Serve un piano per ripulire la città, come Londra fece con il Tamigi decenni fa. Roma è una città malata, bisogna curarla con medicine che come tutte le medicine non possono fare effetto in un giorno. Il primo punto per questa città è la questione morale. Il lavoro che tutti dobbiamo fare è dare credibilità a uomini e donne che si candidano e che devono essere persone coraggiose e soprattutto oneste".

“Per la città serve un vicesindaco con delega al Futuro”. La proposta di rottura e che scalda la platea dell'Auditorium Conciliazione arriva da Enrico Giovannini, ex ministro del lavoro di Enrico Letta e presidente per 4 anni presidente dell'Istat.

Professor Giovannini, Roma è davvero una città senza futuro?
I giovani tornerebbero a Roma se la città fosse un luogo accogliente. La proposta è che Roma venga dichiarata città aperta all'innovazione, aperta agli italiani ma non solo, per sperimentare quello che le università hanno immaginato, abbiamo nel territorio romano una quantità straordinaria di università, se il Comune dichiarasse  Roma città aperta all'innovazione nominando quello che in una azienda si chiamerebbe chief information officier, mobilitando fondi, non solo del bilancio del Comune di Roma ma delle multinazionali che operano nel territorio del Comune di Roma, questo attirerebbe giovani come è successo in altre città.
Quali sono le soluzioni?
Migliorare la qualità di vita dei cittadini è l'obiettivo complessivo, bisogna riconoscere che non tutto dipende dall'amministrazione capitolina, ma scegliere quello che ho chiamato il benessere equo e sostenibile, cioè seguendo quello che abbiamo disegnato in Istat, vuol dire che il Sindaco si pone come elemento di dialogo forte con il Governo, con la Regione, ma anche con l'Unione Europea: una delle proposte che si potrebbero immaginare è quella di creare un fondo per Roma alimentato dalle persone che non vivono a Roma, ma che hanno scoperto Roma, o italiani che sono all'estero innamorati di questa città. E' chiaro che il progetto deve essere vincente e la gestione al di sopra di ogni sospetto, altrimenti nessuno metterebbe soldi in un fondo del genere. Ma tanti paesi hanno dimostrato che facendo leva sull'amore per un territorio si possono mobilitare fondi, quindi idee, fondi ma soprattutto leadership politica che deve caratterizzare il nuovo sindaco.
Un crowfounding per salvare Roma?
Sì, le nuove norme danno la possibilità di finanziare e sponsorizzare eventi, modifiche, aggiornamenti, restauri di monumenti, mecenatismo, possono aiutare da questo punto di vista. Non c'erano anni fa ma il punto cruciale è la credibilità. E quindi il Sindaco si deve circondare di persone credibili, che possa essere il motore dei cambiamenti.  E' necessario avere progetti e avere persone credibili per realizzarli, non solo assessori: una delle proposte potrebbe essere come hanno fatto in Svezia di creare invece del Ministro del Futuro, il vicesindaco al Futuro, o al benessere equo e sostenibile, il cui compito ogni giorno sia quello di valutare se gli interventi del Comune possano essere migliorativi o peggiorativi del futuro di Roma, o un chief innovation officier che appunto si dedichi attivamente a buttar dentro idee per l'innovazione. Queste sono le grandi idee che possono mobilitare fondi, persone e quindi risorse.
Basta politica, serve un sindaco manager?
Pensare di avere una sola persona in grado di fare tutto questo non è minimamente credibile, quindi è la squadra che conta. Io non credo che serva un sindaco puramente manager, perchè rischierebbe dato le ristrettezze economiche che ci sono, di fare l'amministratore di condominio. Quindi certamente Roma va gestita meglio, in questo senso le capacità manageriali sono importanti, ma non si riuscirà a mobilitare risorse umane e finanziarie se non con un progetto politico con la “p” maiuscola, capace di mobilitare associazioni e imprese intorno ad un obiettivo. E per me questo obiettivo è il benessere equosostenibile così come definito dall'Istat, ovvero l'ambiente, il benessere economico, il lavoro e la conciliazione dei tempi di vita, le relazioni tra le persone, la salute, l'innovazione, in poche parole il benessere delle persone.
Con un debito così importante come quello che affligge le casse del Campidoglio come si fa a pensare all'innovazione che significa investimenti?
La maggior parte delle innovazioni le fanno i privati. Quindi bisogna mobilitare perone interessate ad investire su Roma, capaci di avere un progetto. Certamente la gestione della finanza pubblica deve essere sostenibile: la questione del debito è un problema molto serio che va affrontato con strumenti straordinari, ma abbiamo bisogno anche di mobilitare risorse economiche finanziarie, anche umane, ideative, perchè se contiamo solo sulle bilance del Comune non andremo molto lontano.
Come stimolare i privati?
Dando loro delle opportunità di investimento con dei ritorni ragionevoli ma anche attirando fondi per il mecenatismo. Ci sono molte persone che amano questa città che potrebbero essere interessate ad aiutare la qualità di vita, il futuro di questa città.

 

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