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Roma
Rughe come solchi, i rischi della tintarella. Il decalogo del dermatologo

di Giuseppe Grasso *


Con l'arrivo dei primi caldi e con a voglia di abbronzatura torna alla ribalta il problema della protezione solare. Prevenire i danni causati alla cute da una scorretta esposizione al sole è fondamentale, soprattutto nei bambini.


In primo luogo dobbiamo ricordare che le ustioni solari sono ritenute responsabili, insieme ad altri fattori, dell’insorgenza dei tumori cutanei ed in particolare del melanoma; i più attuali studi scientifici confermano che spesso vi è una associazione tra esposizione ai raggi solari e rischio di melanoma, che il rischio è maggiore se le scottature sono avvenute durante l’infanzia.
I raggi ultravioletti (UV ) riescono a penetrare nella cute e raggiungere il derma e possono danneggiare il Dna delle cellule. Molto spesso questi danni vengono riparati, a volte, però, qualche cellula va incontro a trasformazioni cancerose e ciò si può verificare anche dopo molti decenni dall'ustione solare.

In più, a lungo andare, il sole provoca la degenerazione dell'elastina e del collagene, due proteine che garantiscono sostegno ed elasticità alla pelle, causando rughe, pieghe d’espressione più visibili e solchi. Questi segni sono causati dalla mancanza di collagene indotta dal sole che inoltre è spesso responsabile di macchie di tonalità scura, dal beige al marrone, distribuite soprattutto nelle aree foto esposte.

giuseppe grasso
 

Chi ha capelli rossi, occhi azzurri, lentiggini, pelle chiara è piu sensibile ai raggi solari ,con difficoltà riesce ad abbronzarsi e con facilità a scottarsi.


Il più importante fattore di rischio per la popolazione di pelle bianca è la scottatura da eccessiva esposizione solare, soprattutto se avvenuta prima dei 15 anni. La gran parte dei melanomi è correlata con l’esposizione intermittente alle radiazioni UV, specie in età infantile, sia di origine solare sia da sorgenti artificiali “indoor” (lampade e lettini abbronzanti).





Va ricordato che l’intensità dell’irradiazione solare non è costante, ma aumenta:
—  tra le ore 11 e le 16, quando si concentra il 95% di tutta l’irradiazione;
—  con la stagione estiva nel nostro emisfero;
—  con l’altitudine (+4% ogni 300 metri);
—  con la latitudine (in Paesi vicini all’equatore);
—  nelle vicinanze di superfici riflettenti (lago-mare +10%; sabbia +10-25%; neve +80%).
Per difenderci da questi danni si usano delle creme che contengono dei filtri chimici e fisici: i primi sono in grado di assorbire i raggi del sole in modo che non riescano ad arrivare negli strati più bassi della pelle e provocare danni; i secondi agiscono creando una sottile membrana sulla pelle che riflette i raggi del sole.
Alcuni filtri chimici forniscono una protezione solo contro i raggi solari UVB, mentre per altri la protezione è sia contro i raggi UVB sia contro gli UVA. I filtri fisici proteggono contro entrambi. Una crema solare ad ampio spettro, che protegge quindi contro tutti  i raggi ultravioletti offre certamente la migliore protezione.
Convenzionalmente, il metodo di misura della protezione delle creme solari è l’SPF (Sun Protection Factor). Il fattore di protezione solare (SPF) misura la forza del filtro di sole. L’SPF adatto a ciascuna persona dipende dal fototipo cutaneo. L’uso delle creme solari protettive ad elevato potere schermante e, comunque, adatte al proprio foto-tipo può ridurre il rischio di melanoma prevenendo le scottature. E' fondamentale però ricordare che questi prodotti proteggono la pelle per periodi limitati di esposizione al sole e che le applicazioni devono essere ripetute.
Una tintarella dorata e uniforme è il sogno di tutti, ma per evitare che le vacanze al mare vengano compromesse da un'ustione solare occorre seguire alcuni accorgimenti. Ecco il decalogo per ottenere una perfetta abbronzatura senza mettere a rischio la pelle


IL DECALOGO PER  MALATI DI TINTARELLA
1.    Evitare le esposizioni eccessive ai raggi solari e le scottature da sole, specialmente nei bambini.
2.     I bambini fino al 6° mese non devono essere esposti al sole e comunque l’esposizione va limitata a qualunque età se il bambino è di fototipo 1 e 2 (con difficoltà ad abbronzarsi o con facilità a scottarsi). Con i piccoli è necessario avere un'attenzione speciale poiché è ormai riconosciuto che siano in particolare le ustioni riportate durante l'infanzia che possono favorire lo sviluppo del melanoma anche in età adulta.
3.     Evitare le ore più calde della giornata, tra le 11 e le 16, quando è massimo l’irraggiamento e l’intensità dei raggi UVB,  i più pericolosi, perché penetrano in profondità e sono responsabili delle ustioni. In questi orari è preferibile indossare magliette, cappellini e occhiali da sole o ripararsi all’ombra.
4.     Esporsi al sole gradualmente, soprattutto se si ha la pelle chiara, utilizzando all’inizio una crema ad alta protezione (tra i 30 e i 50) che blocchi sia i raggi UVB sia gli UVA.
5.     Utilizzare sempre filtri solari resistenti all’acqua, con idoneo fattore di protezione in base al fototipo individuale, avendo l’accortezza di applicarli su tutta la pelle in modo omogeneo (porre particolare attenzione al naso, agli zigomi, alle labbra, alle orecchie e al contorno degli occhi).
6.     Spalmare la crema sempre almeno 15 minuti prima di esporsi al sole e rinnovare l'applicazione ogni due ore, avendo l’accortezza di utilizzare almeno 2 grammi di prodotto per ogni cm quadrato di cute. Il solare va rinnovato dopo ogni bagno (anche se resistente all’acqua).
7.    Ricordare che la crema a protezione totale non esiste.
8.    La crema solare utilizzata l’anno precedente ha perso la gran parte dei suoi principi attivi e risulta essere pericolosa in quanto fornisce una falsa idea di protezione
9.    Per proteggersi dal sole con gli abiti, è necessario che siano di tessuto pesante e di colore scuro
10.  Non è vero che le creme protettive non fanno abbronzare; al contrario ci si abbronza più lentamente e gradualmente, ottenendo un leggero colorito che dura più a lungo, limitando i danni cutanei legati all’esposizione solare.
11.  Non è vero che ci si può esporre senza protezione quando siamo già abbronzati; l’abbronzatura è un meccanismo di auto-difesa, ma il suo potere di protezione è più basso di quello dei filtri solari contenuti nelle creme.

L'esposizione al sole è indispensabile alla vita. In quantità moderate ha un impatto benefico:
· sull'umore, poiché può rappresentare un eccellente rimedio per determinate forme di depressione stagionale;
· sulla sintesi della vitamina D, essenziale per l'assorbimento del calcio nelle ossa. Per godere di questi benefici basta però un'esposizione solare quotidiana di 15 minuti.

Certi alimenti contribuiscono ad aumentare la nostra resistenza al sole. Determinate molecole naturali, come i carotenoidi, la vitamina C presente nella frutta e nella verdura e la vitamina E aiutano, infatti, la fotoprotezione, ma sotto il sole non sostituiscono in alcun caso un buon solare.

* Dott. Giuseppe Grasso, medico di Medicina Generale specialista in Dermatologia 

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