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Roma
"Salvate l'orso marsicano", il Wwf lancia l'allarme estinzione

"Salvate l'orso marsicano", disperato appello del Wwf dopo la tragica morte di 3 esemplari lo scorso 15 novembre. L'associazione chiede la convocazione degli "Stati generali dell'Orso" per salvaguardare gli ultimi 50 orsi del Parco Nazionale d'Abruzzo.

 

È altissima l'attenzione sul raro animale a rischio estizione, con tre esemplari, una mamma e due cuccioli, morti annegati per errore in una vasca per la raccolta dell'aqua piovana. Un tragico incidente, rispetto al quale l'associazione ha annunciato di volersi costituire parte civile nell'eventuale procedimento. Dalla ricostruzione del Wwf emergerebbe infatti come sia le istituzioni sia i privati indicati come proprietari della vasca, fossero a conoscenza della situazione di pericolo. Già nel 2010 erano morti altri due orsi per il medesimo motivo.

Dopo quel primo tragico episodio solo nel 2012 era stato posizionato un recinto a protezione della vasca, che con il tempo recinto ha però ceduto. seguito della prima messa in sicurezza dell'area, con un nuovo recinto elettrificato e lo svuotamento della vasca, l'Ente Parco ha rapidamente autorizzato un progetto per la chiusura dell'invaso con pietre.

Interventi per la messa in sicurezza però non definitivi, per i quali, invece, "Il Wwf ribadisce la propria disponibilità a collaborare, anche economicamente, agli interventi di messa in sicurezza definitiva e a monitorare la conclusione e l'efficacia dei lavori realizzati".

Una nota del Wwf Italia è arrivata lunedì a tutte le prefetture nei cui territori di competenza ricade l'areale dell'Orso bruno marsicano (L'Aquila, Pescara, Chieti, Teramo, Roma, Rieti, Frosinone, Isernia, Macerata, Ascoli Piceno, Perugia), ai Parchi Nazionali d'Abruzzo Lazio e Molise e della Majella, ai Parchi regionali dei Monti Simbruini e del Sirente-Velino, alle Riserve Naturali Regionali delle Gole del Sagittario, del Monte Genzana e Alto Gizio, di Zompo lo Schioppo, del Lago di San Domenico e Lago Pio, all'Autorità di gestione del Patom, alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Molise e Umbria e al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Nella lettera, ricordando quanto e' avvenuto il 15 novembre scorso, si chiede se gli Enti in indirizzo siano a conoscenza di ulteriori situazioni simili a quelle che hanno determinato la morte di 5 orsi nella vasca di Villavallelonga e se e' stato quindi predisposto un elenco di tutte le realta' potenzialmente pericolose presenti nell'areale dell'Orso al fine di predisporre i necessari interventi e i successivi monitoraggi.
 

A giudizio del Wwf, il reale rischio di compromettere la sopravvivenza della specie deve spingere le Istituzioni, in base al principio di precauzione, a mettere in opera ogni intervento possibile.  Intanto, il personale dell'Oasi Wwf delle Gole del Sagittario, in collaborazione con il Comune di Anversa degli Abruzzi, ha gia' effettuato una serie di controlli sul territorio di sua competenza e in quello immediatamente limitrofo. Proprio nei pressi del confine dell'Oasi, sono state individuate due situazioni potenzialmente critiche legate sempre a punti di approvvigionamento idrico artificiale, dove, pur essendo stati presi gia' in passato dei provvedimenti, e' bene rafforzare la sicurezza. Il personale dell'Oasi sta già programmando gli interventi necessari, che saranno realizzati nel più breve tempo possibile.  

"La tutela dei circa 50 esemplari di Orso bruno marsicano sopravvissuti", sostiene l'associazione ambientalista, "richiede scelte decise e coraggiose, azioni concrete che non possono essere vanificate dallo sviluppo di impianti sciistici o dagli interessi dei gestori delle aziende faunistico-venatorie del versante laziale del Parco o, peggio, dal non spendere mille euro per chiudere una vasca". Prima del peggioramento meteo invernale, che potrebbe rendere ancora piu' difficili le operazioni.

In aiuto dell'orso marsicano, potrebbe, secondo il protocollo d'intesa per il monitoraggio, venire usati anche cani addestrati. Il documento è stato sottoscritto da Regione Abruzzo, due Parchi nazionali, riserve regionali, tre Atc e l'Associazione cinofilia italiana (Enci) e include il monitoraggio anche di alcune specie di uccelli come la beccaccia e la coturnice.   Tra gli obiettivi del protocollo ci sono anche il reperimento di dati specifici per la conservazione e la gestione della fauna, nonche' il coordinamento delle attivita' necessarie alla verifica dell'impatto che le diverse modalita' di caccia al cinghiale producono sull'Orso bruno marsicano. Nel progetto sono coinvolti l'Ispra e l'università "La Sapienza" di Roma. Un altro punto della convenzione è la formazione di unità specializzate (binomi cane-conduttore) finalizzate al monitoraggio della fauna nei territori che si estendono fuori delle aree protette. "Il protocollo rappresenta un tassello importante inserito all'interno del percorso delle attivita' di monitoraggio previsto nella valutazione ambientale strategica, che dovra' essere effettuato dopo l'approvazione del Piano faunistico venatorio regionale", spiega l'assessore regionale ai Parchi e riserve, Lorenzo Berardinetti. I firmatari del protocollo sono il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Nazionale Della Majella, il Parco regionale Sirente-Velino, le Riserve regionali Monte Genzana Alto Gizio, Oasi WWF Gole del Sagittario, Zompo lo Schioppo, l'Ente Nazionale Cinofilia Italiana e gli Ambiti Territoriale di Caccia 'Avezzano', 'Roveto Carseolano' e 'Sulmona'.

 

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