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Roma
Sanità, il Lazio è una slot machines: i privati vincono 3,5 miliardi l'anno

di Luca Lotti


Per curarci nel Lazio spendiamo cifre stratosferiche. Nel 2015 abbiamo versato “cash” nelle casse della sanità privata, sempre più“satolla” perché a questi denari freschi, nel caso degli accreditati si aggiungono anche i finanziamenti pubblici, 3 miliardi e 500 milioni l’anno cioè circa 600 euro a testa.


Questo a causa di una sanità pubblica spesso inaccessibile e per la quale però i cittadini pagano già le tasse più alte d’Italia. A queste 3 miliardi e mezzo infatti si aggiungono i 900 milioni circa derivati dalle super aliquote fiscali collegate al piano di rientro, utilizzate per rimettere a posto i conti della sanità pubblica spesso inaccessibile e, dulcis in fundo, i tickets.

La spesa sanitaria in Italia
Un salasso di proporzioni gigantesche prodotto da una sanità pubblica che fatica a dare le risposte ai cittadini in tutte le regioni perché ma questo tratto di inadeguatezza è fenomeno riguarda tutto il Paese. Secondo i dati elaborati dall’Adn Kronos in base a quelli contenuti nel rapporto della Corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica 2017, in Italia la spesa privata per curarsi è salita alla cifra vertiginosa di 35 miliardi di euro. Oltre un terzo del fondo sanitario nazionale che è pari a 112 miliardi. Non era mai arrivata cosi in alto.
I dati relativi al Lazio parlano di un esborso medio procapite l’anno pari a 592 euro, superiore alla media nazionale che è di 574, per un totale di 3 miliardi e 500 milioni che sono il 10% della spesa nazionale.
I dati mostrano che gli abitanti delle regioni del nord nel 2015 hanno speso ben 19,7 miliardi di euro, pari al 56,5% del totale. Gli enti territoriali del centro arrivano a 6,8 miliardi (pari al 19,5%), a cui si aggiungono altri 8,4 miliardi del sud (24%), per un totale di 34,9 miliardi. Le regioni del settentrione si collocano al di sopra, con 724 euro al nord ovest (+26,1%) e 688 euro nelle regioni del nord est (+19,8%). Sotto i livelli nazionali, invece, si posiziona il resto della penisola, con il centro a 564 (-1,7%) e il mezzogiorno a 400 euro (-30,3%).

La classifica
Considerando le singole regioni la spesa procapite più alta si registra in Valle d'Aosta (799 euro), seguita dalla Lombardia (782 euro) e dal Trentino (764 euro). Gli abitanti della seconda classificata da soli arrivano alla somma di 7,8 miliardi, cioè il 22,4% del conto nazionale, mentre la prima arriva al totale di 102 milioni e la terza a 808 milioni. Segue l'Emilia Romagna, dove la spesa procapite arriva a 697 euro, e quella regionale a 3,1 miliardi; in Veneto le uscite per la sanità privata ammontano a 693 euro a persona e 3,4 miliardi totali, in Piemonte si fermano a 645 euro (e 2,8 mld).

Bisogna arrivare al settimo posto per trovare una regione che non sia del nord, con la Toscana (597 euro e 6,8 mld), seguita dal Lazio (592 euro e 3,5 mld). Poi torna il settentrione, con la Liguria (569 e 901 mln), con il Friuli Venezia Giulia (567 euro e 676 mln). Sotto la media nazionale si collocano tutte le regioni del sud e qualcuna del centro: Puglia (513 euro e 2,1 mld), Abruzzo (474 euro e 631 mln), Marche (456 euro e 707 mln), Umbria (433 euro e 2,2 mld),Sicilia (422 euro e 2,1 mld), Basilicata (416 e 240 mln), Molise (394 euro e 123 mln), Calabria (377 euro e 745 mln), Sardegna (354 euro e 589 mln), Campania (304 euro e 1,8 mld).
Sono dati allarmanti che raccontano come curarsi sia diventato ormai un affare da ricchi per ricchi.

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