Scontrini e Onlus, doppio guaio per Marino. La campagna elettorale passa dalla Procura
Ombre scure sull'eventuale ricandidature al Campidoglio per Ignazio Marino. La Procura di Roma, tramite la Guardia di Finanza, ha provveduto a notificargli nel tardo pomeriggio di oggi gli atti di chiusura di due indagini, una legata agli scontrini delle spese sostenute con la carta di credito assegnatagli dall'amministrazione capitolina quando Marino era sindaco della citta' e l'altra ai compensi destinati a collaboratori fittizi quando il chirurgo era il rappresentante legale della 'Imagine', una Onlus fondata nel 2005 per portare aiuti sanitari in Honduras e in Congo.
La vicenda degli scontrini, culminata poi con le dimissioni da sindaco il 31 ottobre scorso, vede Marino accusato dal pm Roberto Felici, dall'aggiunto Francesco Caporale e dal procuratore Giuseppe Pignatone di peculato e falso. Al centro degli accertamenti investigativi sono poco piu' di 12mila euro spesi, con la carta di credito del Campidoglio, tra il 2013 e il 2015, per 56 cene consumate in numerosi ristoranti di Roma (nella maggior parte nei pressi della sua abitazione e di quella della madre) e di altre citta' (Genova, Milano, Firenze e Torino) dove Marino era andato, generalmente nei giorni festivi e prefestivi, in compagnia di suoi congiunti, amici o altre persone non identificate, e comunque "al di fuori della funzione di rappresentanza dell'ente". Secondo gli inquirenti, lo stesso Marino, al fine di occultare il reato, avrebbe "impartito disposizioni al personale addetto alla sua segreteria affinche' formasse le dichiarazioni giustificative delle spese sostenute, inserendosi indicaziono non veridiche, tese ad accreditare la presunta natura 'istituzionale' dell'evento, e apponendo in calce alle stesse la sua firma, cosi' inducendo ripetutamente soggetti non individuati addetti alla segreteria a redigere atti pubblici attestanti fatti non veri e recanti la sua sottoscrizione apocrifa".
Quanto alla storia della Onlus, Marino deve rispondere del reato di truffa in concorso con altre tre persone. In particolare, la Procura gli contesta di avere predisposto, tra il 2012 e il 2013, nella qualita' di legale rappresentante della 'Imagine', la certificazione di compensi riferiti alla prestazioni fornite da collaboratori fittizi o soggetti inesistenti. In questo modo, Marino (dimessosi dalla carica nel luglio del 2013) e gli altri indagati avrebbero "indotto in errore l'amministrazione finanziaria e l'Inps procurando alla Onlus un ingiusto profitto (per complessivi 6mila euro, ndr) consistito nell'omesso versamento degli oneri contributivi dovuti per le prestazioni lavorative in realta' svolte da uno degli indagati (Carlo Pignatelli, ndr) in favore della Onlus".
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