Scontro tra poteri forti: Soprintendenza contro Comune su piano Led di Acea
La soprintendente Eichberg parla di gravi mancanze da parte del Comune: “Mai stati consultati”
La Soprintendenza Archeologica dice “no” al piano Led voluto dall'amministrazione Raggi e da Acea per illuminare le vie di Roma.
“La materia luce-corpi illuminanti va definita in accordo con la Soprintendenza, che non è mai stata formalmente consultata”: questa la motivazione che ha portato la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma a bloccare il cambio di 220mila lampioni in tutta la città, parte dei quali già sostituiti fra le nuomerose proteste dei cittadini.
E' stata la soprintendente alle Belle Arti Margherita Eichberg, dopo un confronto con i vertici di Acea, a sancire lo stop ai lavori voluti dal Campidoglio inviando una lettera al sovrintendente capitolino, Claudio Parisi Presicce, al Dipartimento Lavori Pubblici e alla società idroelettrica romana, ribadendo la necessità di ridiscutere la decisione presa.
La scelta dell'arredo, in ogni città, dalle panchine, ai cassonetti, dai cartelli alla pavimentazione, fino alle pensiline e le fioriere, deve essere preventivamente discussa dopo aver riunito tavoli tecnici e commissioni comunali. Così non è stato fatto per il cambio delle luci nei lampioni di Roma. Anche la scelta della colorazione Led bianca fredda per le nuove luci è, a della della sovrintendente, opinabile.
"Nessuna riflessione critica – si legge nella lettera inviata da Eichberg - è stata condotta da codesti uffici preventivamente alla decisione di procedere alla revisione delle luci della città. È consuetudine che le modifiche degli spazi pubblici delle città storiche vengano sottoposte all'esame della competente soprintendenza statale, deputata a valutare criticamente ogni scelta, sia essa dettata da ragioni di sicurezza, normative, economiche, estetiche".
Una mancanza grave a detta della Eichberg che, ormai innervosita, si dice disposta a discutere solo delle lampade presenti nei soli municipi I e II, imponendo di “rimettere i vetri dove tolti da lampade che li prevedono e li avevano”.
Quartieri anche lontani dal centro storico come Garbatella e Montesacro, spiega la soprintendente, sono gravati da vincoli paesagistici, così come alcune ville storiche romane che godono di vincoli specifici inderogabili che obbligano Acea a ripristinare i lampioni manomessi.