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Roma
Siccità, captazioni abusive a Bracciano. Inquinamento ambientale: 20 indagati

Emergenza acqua e razionamenti a Roma: sequestrate 20 pompe che captavano abusivamente l'acqua dal lago di Bracciano. La consigliera Avenali (Pd) punta il dito: "Comune e Acea smettano di giocare".

 

Continua la guerra dell'acqua e sembra proprio che la vittima sia sempre e solo l'ambiente. Mentre a Roma si parla di diminuzione della pressione dell'acqua nelle ore notturne per garantire il fabbisogno della Capitale, l'emergenza idrica si sposta ancora una volta a Bracciano. Nella giornata di martedì è infatti scattata la perquisizione e il sequestro di sistemi di captazione nei pressi del celebre bacino, con venti punti di aspirazione senza autorizzazione individuati. Una notizia che getta fuoco sulla caldissima vicenda del lago, che, quasi dimenticato, è ancora in piena crisi. A fianco del lago si schiera il Comitato di difesa del bacino di Bracciano e Martiniano, che, provocatoriamente, chiede in una lunga nota il sequestro anche dei discussi impianti di Acea:  "Le indagini condotte dalle forze dell’ordine hanno rilevato appena 20 prelievi abusivi posti in essere da privati. A confronto con le cifre sensazionalistiche uscite su alcuni titoli di giornale è davvero ben poca cosa. Non conosciamo la portata di tali prelievi ma molto verosimilmente tutti insieme hanno un’incidenza irrisoria rispetto alla captazione posta in essere da Acea - si legge nel comunicato - Ciò conferma che il soggetto che incide in maniera determinante sull’abbassamento del livello delle acque del lago è Acea stessa, con i suoi emungimenti. Nonostante ciò, registriamo che la Procura di Civitavecchia non ha avuto remore nel sequestrare gli impianti dei 20 captatori suddetti, mentre non ha inteso fino ad ora sequestrare gli impianti di Acea, che ha captato milioni di metri cubi di acqua, superando di molto i limiti posti dalla concessione che la autorizza ad emungere dal lago".
A puntare il dito su Acea e Comune, anche Cristiana Avenali, consigliera Pd della Regione Lazio e componente della Commissione Ambiente, che sottolinea la gravità della crisi idrica romana e dello stato del lago di Bracciano: "È inspiegabile quello che stanno facendo Acea e il Comune di Roma a danno dei romani e del Lago di Bracciano - scrive la Avenali - Sono passati dallo scontro con la Regione Lazio, sostanziato da ben due ricorsi verso le ordinanze regionali, per la necessità di dover continuare a prelevare acqua dal lago di Bracciano nonostante il rischio di danno ambientale, altrimenti 1,2 milioni di romani sarebbero rimasti senza acqua, all’ammissione di non aver captato acqua dal lago dal 12 agosto perché non necessaria. Hanno minacciato, creando un serio allarmismo, di lasciare senza acqua milioni di romani e ospedali e oggi compaiono miracolosamente autobotti messe a disposizioni degli ospedali, risorse alternative di approvvigionamento e riduzione della fornitura di acqua nelle ore notturne, tutte soluzioni che erano fino a pochi giorni fa impossibili da attuare nonostante gli fossero state richieste e proposte anche dalla Regione Lazio, con spirito di collaborazione, quando minacciavano di aumentare le bollette dei cittadini a cui nel frattempo volevano togliere l’acqua, per poter fare gli investimenti necessari ad ammodernare la rete idrica.
Allora qual è la verità e la spiegazione di questo modo di operare? L’amministrazione capitolina e Acea, invece di tenere comportamenti istituzionalmente corretti e trasparenti verso i propri cittadini e gli altri Enti, dimostrano ancora una volta di piegare tutto ai propri interessi politico-economici. Questo però non è un gioco e la crisi idrica romana è una questione molto seria, così come lo è lo stato ecologico del Lago di Bracciano che nel frattempo sta morendo”.

 

 

 

 

 

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