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Roma
Smog, Legambiente su Roma: aria fetida, balle a 5 Stelle. Peggio solo Torino

Roma naviga in una nube di smog da quasi una settimana. Tra blocchi del traffico decisi dal Campidoglio poche ore prima dell'entrata in vigore, fino ai dati delle centraline Arpa che evidenziano l'allarme inquinamento in atto, la situazione risulta grave.

 

Le parole dell'assessore all'Ambiente Pinuccia Montanari hanno quindi stonato fin da subito: "Roma è tra le migliori grandi città italiane per qualità dell'aria", ha dichiarato nella mattina di lunedì, prendendo come riferimento un report di Legambiente che mette a paragone le metropoli italiane.

Sono bastate poche ore per leggere la risposta stizzita di Legambiente stessa, che insieme a Greenpeace ha gridato allo scandalo per la leggerezza con cui il Campidoglio ha affrontato la questione, vantandosi addirittura della situazione romana.

Se rispetto alle altre città, la Capitale risulta quasi virtuosa, non è certo merito dell'amministrazione comunale: "A Roma, nel 2017, non sono stati superati i 35 giorni di smog oltre i limiti, in virtù di un autunno particolarmente piovoso e ventoso e non certo per politiche di abbattimento delle emissioni che non abbiamo visto – ha commentato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - Il blocco dei diesel euro 2 del Comune è ridicolo visto che ferma autovetture di 20 anni e non c'è alcun provvedimento amministrativo concreto a freno dello smog, non si stanno ampliando le ZTL e il rilancio di trasporto pubblico e ciclabilità sono evidentemente fermi al palo. Oggi, dopo 6 giorni di smog, si continuano a far fermare solo i vecchi diesel, senza considerare stop più determinati ai veicolari privati; si dovrebbe invece prevedere il blocco totale dei diesel, il potenziamento immediato delle preferenziali protette, e tutto quanto è possibile per eliminare autovetture private a vantaggio della salute delle persone".

Affermazioni che il presidente di Legambiente Lazio aveva già rilasciato in un'intervista ad Affaritaliani dello scorso 25 gennaio e che non lasciano dubbi riguardo alla concentrazione di inquinanti nell'aria romana.
“A Roma, da inizio 2018, la centralina di Preneste ha registrato 7 superamenti, 6 quelle di Cinecittà e Tiburtina, 5 a Magna Grecia e 4 a Fermi e Bufalotta”, rincara la dose Scacchi, dati alla mano.

E anche Greenpeace attacca il Campidoglio riportando le stime di PM10 rilevate dalle centraline Arpa: "Sorprende la soddisfazione dell'assessore Montanari per i dati relativi alle concentrazioni atmosferiche di biossido di azoto nella città di Roma. Non capita spesso che un assessore all'Ambiente si compiaccia di valori che eccedono le soglie indicate dall'OMS per la protezione della salute umana”, ha affermato Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.

Come Boraschi aveva ricordato anche ad Affaritaliani la scorsa settimana, i rilevamenti fatti davanti alle scuole romane durante l'orario d'ingresso di bambini e ragazzi avrebbero dovuto far scattare il campanello d'allarme del Campidoglio, per adottare soluzioni a medio e lungo termine per risolvere un problema gravissimo per la salute dei cittadini e dei turisti.

"I dati istituzionali di Arpa Lazio, dicono che negli ultimi anni l'aria di Roma, quanto a concentrazioni di biossido di azoto, è in assoluto tra le città peggiori in Italia, seconda solo a Torino e con valori mediamente di poco superiori a quelli di Milano. Davvero non capiamo cosa ci sia da rallegrarsi", rimarca Boraschi. "Greenpeace - prosegue la nota - ha chiesto fin dallo scorso giugno un confronto con la giunta capitolina sul nesso tra qualità dell'aria, crisi sanitaria e mobilità urbana. L'associazione ambientalista è ancora in attesa che questo confronto venga avviato".

L'interpretazione pentastellata dei dati del dossier nazionale Mal'Aria di Legambiente ha fatto storcere il naso in modo particolare a Greenpeace perché si parla nello specifico di biossido d'azoto, il tipo di inquinante prodotto nello specifico dai veicoli diesel.
E contro i diesel gli ambientalisti si sono battuti per mesi chiedendo al Campidoglio – ma anche alle amministrazioni di Milano, Torino e Palermo – di programmare una progressiva messa al bando di questi veicoli, particolarmente nocivi per le emissioni procurate.

Montanari, prima di essere contraddetta dai redattori stessi del dossier, aveva anche spiegato i programmi di Roma in merito ai diesel: “Per quanto riguarda l'inquinamento da biossido di azoto, Roma ha individuato l'area più vasta d'Italia, pari a circa 150 km quadrati (fascia verde), in cui la circolazione dei diesel fino a euro 2 è vietata in modo permanente dal lunedì al venerdì, insieme ai veicoli a benzina fino a euro 1. Inoltre, in presenza di periodi di criticità in cui si verificano superamenti dei valori limite per più giorni consecutivi, si arriva alla interdizione progressiva dei diesel fino all'euro 6. Ulteriori limitazioni e interdizioni, in particolare per i veicoli a gasolio, anche definitive e permanenti, sono allo studio”.

E se di interdizioni al traffico si parla nei momenti di maggiore crisi, il fatto che da domenica 28 fino a mercoledì 31 la Fascia Verde sarà interdetta ai veicoli più inquinanti per decisione del Campidoglio, dovrebbe far scattare i campanelli d'allarme nella testa dei cittadini più attenti.

 

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