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Roma
Stadio Roma, a Tor di Valle non s'ha da fare: Italia Nostra contro la Raggi

Stadio Roma, l'impianto a Tor di Valle “non s'ha da fare”: l'associazione Italia Nostra contro il sindaco Virginia Raggi ed il progetto. “Troppi ostacoli e l'area non è idonea”.

 

“Oramai la questione dello Stadio a Tor di Valle è arrivata ad un bivio – scrive Italia Nostra –. L'associazione è stata la prima a dire che le due società calcistiche romane dovessero avere lo Stadio di proprietà per liberare il Complesso Monumentale del Foro da una funzione devastante. Ma si sarebbero dovute realizzare in aree idonee, ma l’area di Tor Di Valle non lo è mai stata. Questi gli ostacoli allo Stadio a Tor di Valle: realizzazione delle opere infrastrutturali, sicurezza e rischio idrogeologico. Il Politecnico di Torino, consulente del Comune, è stato lapidario: se non si fanno le opere trasportistiche sarà una 'catastrofe'. Se tutto va bene l’adeguamento della Roma Lido, che permetterebbe l’arrivo a Tor di Valle senza mezzi privati, avverrà non prima del 2022, ammesso che l’accordo di Programma tra MIT e Regione sia firmato domani mattina”.

“Per quanto riguarda la sicurezza – continua l'associazione – non ci sono vie di fuga con l’azzeramento del Ponte di Traiano, come non c’è il mezzo metro quadro libero da funzioni previsto dalla legge, per ogni spettatore, all’esterno dell’impianto, in caso di necessità. Per non parlare della mancanza della microzonazione sismica di adeguato livello, indispensabile per poter fare la Variante Urbanistica. Ma i problemi legati alla realizzazione della 'Casa dei romanisti' riguarda anche gli aspetti meramente amministrativi. Italia Nostra Roma ha diffidato il Comune e la Regione a rispondere, dopo più di un anno dalla loro presentazione, alle osservazioni al progetto approvato in Conferenza dei Servizi. L’assemblea capitolina che dovrà pronunciarsi sulla variante urbanistica, anche in base ad una recente sentenza del Consiglio di Stato, lo dovrà fare in perfetta autonomia in base alle scelte e risultanze della Conferenza dei Servizi. Per altro la CdS si è espressa valutando progetti differenti e mai su un progetto definitivo. Basti pensare che il parere positivo, è vincolato a una miriade di prescrizioni che di fatto hanno stravolto il progetto finale”.

“L’amministrazione comunale – prosegue - deve agire secondo legalità e se possibile 'ragionevolezza' perché l’interesse pubblico in quest’opera non c’è. E’ ragionevole che la città debba sopportare un’opera che stravolgerà in maniera negativa, anzi 'catastrofica' la vita dei cittadini?”.

“Troppe le anomalie, le forzature, le omissioni e le facilitazioni che rendono lo Stadio a Tor di Valle un’opera da cancellare perché particolarmente ambigua nelle procedure. Al punto in cui siamo – conclude Italia Nostra – è necessario che sia istituito un tavolo di concertazione tra gli aventi diritto per individuare aree che non presentino le assurde criticità di Tor di Valle. Così se ne esce”.

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