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Roma
Stadio Roma, Civita respinge le accuse: "Mio figlio? Leggerezza in buona fede"

Stadio della Roma, al via li primo interrogatorio a carica del consigliere regionale Pd Michele Civica. Ascoltato dal gip, Civita avrebbe respinto al mittente le accuse difendendo la buona fede della sue azioni.

 

"Aver chiesto aiuto per mio figlio è stata una leggerezza compiuta in buona fede", avrebbe detto l'esponente Demo. "Ho chiesto di potere intervenire per mio figlio tre mesi dopo che era concluso l'iter della conferenza dei servizi -dichiara ancora Civica - non ho mai violato la legge, le decisioni della conferenza di servizio erano pubbliche".

"Ha sbagliato ma non è un reato", la tesi dell'avvocato Luca Petrucci, che all'uscita dalla Procura dichiara: "Civita ha spiegato le ragioni dei suoi comportamenti e come i due fatti siano assolutamente slegati fra di loro quindi la richiesta per il figlio e la questione dello stadio. Ha riconosciuto di aver commesso un errore personale, censurabile sotto il profilo etico, ma non giudiziario e certamente non può essere messo in relazione con la vicenda dello stadio". I legali di Civica avrebbero inoltre presentato istanza di scarcerazion. A chi gli chiedeva se aveva contatti frequenti con Parnasi, l'avvocato ha risposto: "No, aveva contatti assolutamente sporadici, è una persona che conosce in maniera occasionale". Con Lanzalone? "Assolutamente No, era uno del comune, con lui soltanto incontri istituzionali e formali".

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