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Roma
Stadio Roma, Lotito sogna la beffa: pressing per l’impianto sulla Tiberina

Roma e Lazio, l'una contro l'altra, sul campo come fuori. Il derby capitolino diventa derby degli impianti, con i biancocelesti che dopo il via libera al progetto di Tor di Valle tornano a spingere per uno stadio di proprietà.

 

"Lo stadio della Roma si farà". A dar forza ai sogni dei tifosi laziali il sindaco Raggi, con l'altra metà della Capitale che alza la voce ed ora, alle soglie della presunta apertura dei cantieri, chiede la stessa opportunità. "Se si farà lo stadio della Roma, non potrà non andare avanti il progetto biancoceleste", questa in sintesi la posizione della società rappresentata dal direttore della comunicazione Arturo Diaconale. "Rimaniamo a quello della Tiberina, poi se ci sono alternative vediamo. La posizione di Lotito e della società è chiara - ha proseguito il dirigente laziale ai microfoni di Radiosei - Le due società dovrebbero camminare sullo stesso passo. Non credo però che, come detto dal sindaco, lo stadio della Roma verrà creato così velocemente. Ci sono ancora diversi ostacoli. Ma vedremo".

Il sogno proibito è superare i rivali nella costruzione, la speranza concreta quella di andare a dama con i terreni della Tiberina. Ripartire, quindi, dal progetto del 2005; il cosidetto “Stadio delle Aquile”. Sfruttare i terreni agricoli di proprietà del patron Lotito, tra il chilometro sei e il chilometro sette della provinciale Tiberina, Roma Nord, di fronte a un lotto di casali già colpiti da un'esondazione del Tevere nel 2008. Un impianto potenzialmente non lontano da Formello, attuale centro sportivo della Lazio, che nella mente del presidente laziale comprenderebbe circa 40mila posti, un museo biancoazzurro, bar e negozi. A disposizione 40 ettari con parcheggi, ed una vera e propria cittadella con impianti per la Polisportiva. L'incognita è ovviamente, come accennato, il rischio idrogeologico legato alle esondazioni, in quella zona molto molto più alto e concreto di quello paventato per l'area di Tor di Valle.

Un'area che presenta icognite quindi dal punto di vista idrogeologico legato alle esondazioni, ben superirori a quelli già paventati per Tor di Valle. Ecco quindi che, come già in passato, il Comune potrebbe così proporre al patron biancoceleste aree differenti, come quelle di Tor Vergata o di Montespaccato. Idea sembrerebbe non molto gradita alla Lazio, che ha più volte rifiutato l'ipotesi stadio Flaminio, nonostante una petizione online lanciata dall'ex marito della Raggi, in favore dell'idea originaria. "Progetto alternativo? Se la Roma porta avanti il suo, si risolverebbero anche gli 'ostacoli' del progetto biancoceleste - ha prosegutio Diaconale - I problemi di costruzione, logististici, di vivibilità, sono grandi. Se vengono accettati, automaticamente si risolvono anche quelli sulla Tiberina. Il problema è di volontà politica: se si vuole favorire lo stadio della Roma perché conviene dal punto di vista elettorale, va bene. Poi ognuno si assume le proprie responsabilità".
 

 

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