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Roma
Stadio Roma, Zingaretti ruba il pallone a Virginia Raggi. Ora decide lui

Stadio della Roma, a sette giorni dal giallo che ha tenuto l'Italia inchiodata in attesa della trattativa tra As Roma, Eurnova di Parnasi e Comune di Roma M5S, la partita si riapre.

 


Solo che stavolta è scesa in campi la Regione Lazio di Nicola Zingaretti che ha tolto il pallone dalle mani del sindaco entusiasta per la diminuzione delle cubature e la rimodulazione green dell'opera e ha deciso che la proroga che Eurnova aveva chiesto per apporre una serie di modifiche al progetto, non s'ha da fare: parere negativo, anche perché la legge parla chiaro: la Conferenza dei Servizi non poteva essere rinviata di 30 giorni, poiché era già stata rinviata su richiesta del Comune.

C'è tempo sino al 5 aprile
E si apre il caos delle previsioni, perché come ha sottolineato il project manager di Eurnova Simone Contasta, la Regione Lazio “ha tempo sino al prossimo 5 aprile per la conclusione dell'iter della Conferenza dei servizi che si dovrà per forza concludere con un parere puramente tecnico sulla qualità del progetto, includendo le “negatività tecniche” e trasformandole in “prescrizioni” progettuali alle quali poi il “proponente” dovrà attenersi qualora volesse realizzare lo stadio.

Il no è un obbligo di legge
La scelta della Conferenza dei Servizi di respingere la richiesta dei Eurnova al di là dei formalismi tecnico burocratici è dettata da un obbligo di legge: qualora l'avesse accettata, infatti, si sarebbe esposta al rischio commissariamento previsto dalla Legge sugli Stadi. E così si è limitata a prendere atto della richiesta dei proponenti ì, a respingerla e a inserire negli atti il parere tecnico regionale “negativo”. Pura forma che ribadisce di fatto l'autorità dell'organismo regionale sul progetto originario, quello con le cubature integre, torri comprese. La scadenza indicata da Contasta del prossimo 5 aprile è quella prevista dalla legge per ultimare i lavori della Conferenza ed esprimere un parere vincolati dalle prescrizioni richieste dai soggetti che hanno espresso il loro no. E si tratta di un parere puramente tecnico e non politico, perché su quello c'è già il via libera, grazie alla delibera Marino che è ancora vigente.
Una specie di gioco delle tre carte che ritrasforma lo stadio della Roma in un nuovo psicodramma a tinte gialle.

La comunicazione ufficiale della Regione. Il Comune in testacoda

“Voglio ringraziare i dirigenti e gli uffici Regionali per la serietà e professionalità con la quale hanno seguito, diretto e stanno ancora lavorando sul delicato iter della Conferenza dei Servizi sullo Stadio della AS Roma.
Ora fino al 30 marzo ci sarà tempo per far pervenire alla Direzione competente atti, decisioni formali e delibere fino ad ora annunciate solo a mezzo stampa. Anche in attesa di questi nuovi atti la Regione Lazio ha differito il termine della propria determinazione al 5 aprile.

Gli uffici, tra l’altro, non hanno potuto che prendere atto dell’orientamento esplicitato in sede di Conferenza dal rappresentante unico di Roma Capitale, come del resto da quello della Città Metropolitana, che non hanno fatto propria la richiesta di sospensiva e confermato invece come definitivo il parere negativo di Roma Capitale sul progetto. Orientamento in pieno contrasto con la comunicazione ricevuta ieri da parte del Sindaco di Roma”. 
Lo comunica in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
 

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