A- A+
Roma
"Stile e follia", così è se vi piace l'alta moda. Grande: "Se non fosse stato per le principesse"

di Tiziana Galli


E’ un rapporto complicato quello che lo stilista Anton Giulio Grande ha con la sua terra: un rapporto fatto di mille ricordi tra immagini, contraddizioni e tradizione. “E’ difficile venire dalla Calabria -  racconta - una terra piena di contrasti, dove si trovano le cose più straordinarie accanto a quelle di più basso profilo: trovi la nobiltà e la ‘ndrangheta, un paesaggio straordinario e dei mostri edilizi. E’ una terra sofferta e sofferente.”
Ed è questa terra, che non lascia spazio alle mezze misure, che ha formato il DNA stilistico di Anton Giulio Grande, un patrimonio culturale che lo stilista, dopo il liceo classico, ha affinato studiando al Polimoda, laureandosi in “Storia dell’Arte” e, naturalmente, girando per il mondo. Appena terminata la fashion week capitolina lo stilista amato dalle principesse tira le somme confessando di essere molto soddisfatto: “Ho ottenuto tutto quello che potevo desiderare mediaticamente”, considerando, poi, che fino all’ultimo momento non si sapeva se avrebbe preso parte o meno alla manifestazione.

Cosa le ha fatto cambiare idea?
“L’insistenza di amici come la principessa Ruspoli, Maria Costici, e la stessa AltaRoma che mi hanno fatto notare quanto fosse andata bene la scorsa edizione.  Sarebbe stato un peccato non continuare, ma l’ex Dogana non mi piaceva, era un posto che non sentivo mio, così le principesse Maria Pia e Giacinta Ruspoli mi hanno offerto la possibilità di usare la loro dimora di famiglia. Ma, poi, le principesse non si sono limitate a questo: negli inviti spediti agli ospiti hanno apposto anche il loro stemma araldico".

E’ un’amicizia di lunga data quella che vi lega?
“Con la mamma, la principessa Maria Pia, siamo amici da almeno quindici o sedici anni”.

Che rapporto ha con l’aristocrazia?
“La mia famiglia ha un po’ di nobiltà nel sangue: mia nonna paterna si chiamava Borghese e parecchie mie conoscenze sono titolate, ma nell’amicizia io non guardo questo, semplicemente mi capita di incontrare molte persone blasonate. E comunque miei amici sono tutti straordinariamente semplici. Per il resto, io amo la tradizione, il lusso e l’eleganza: fanno parte di me”.

Parliamo della performance di AltaRoma, come mai ha scelto come tema della sfilata la favola de “la gatta bianca”?
“Perché trovo che il gatto sia un animale molto simile alla donna: è seduttivo, sensuale, volubile e non è costante. Mi sono immaginato dei gatti aristocratici vestiti con i miei abiti e con i miei ricami. Non dovevano essere dei gatti qualunque, dovevano essere nobili".

Da cosa nasce la sua predilezione per il pizzo?
“Il pizzo è un materiale molto inflazionato e molti dei pizzi che si vedono in giro sono cinesi. Il pizzo vero, però, è nato a Venezia ed è un prodotto raffinatissimo; a me piace perché mi ricorda la mia Calabria dove i costumi popolari erano fatti anche di questo materiale. Tutti i ricordi e le immagini che ho di quando ero bambino lo contengono”.

I suoi abiti sono interamente fatti a mano?
“Le tecniche che utilizziamo sono tutte di vecchia maniera. Le macchine da cucire sono bandite dalla mia sartoria”.

Quanto tempo occorre per fare un abito in media?
“Un mese o anche di più, talvolta anche con il lavoro di più persone”.

Come vivono il suo lavoro i suoi genitori?
“In maniera molto riservata e discreta: sono orgogliosi di me, leggono i giornali ma non prendono mai parte al mio successo”.

Quando è entrato nel mondo dell’alta moda?
“A luglio saranno diciannove anni dal mio debutto. Avevo ventitrè anni quando ho cominciato e c’era la sfilata di Piazza di Spagna, alla quale ho partecipato quattro volte".

Un confronto?
“Non c’è paragone. Prima dovevi fare un esame, ora è tutto più semplice. Molti stilisti non sfilano più e molti altri non vengono più in Italia”.

Lei è tornato ad AltaRoma a luglio, cosa ha fatto prima di rientrare nella fashion week capitolina?
”Mi sono occupato di prêt à porter e ho fatto tante sfilate per la televisione”

A sfilare a Parigi ci ha mai pensato?
“Spesso, ma volevo tornare prima a Roma. Penso ad un prêt à porter di lusso, ma voglio andare a Parigi con le spalle coperte, un po’ più forte e con una collezione che non sia soltanto di alta moda”

Cos’è per lei l’alta moda?
“E’ un esercizio di stile, è follia”.

Cosa vorrebbe far conoscere che normalmente non viene alla luce?
“Molti mi vedono come lo stilista delle dive, ma in realtà vesto tutti i tipi di donna e realizzo insieme a loro l’abito che desiderano portare: mi piace farle sognare e mi piace tirar fuori la bellezza che è in ognuna di loro”.

Quando una donna è bella?
“Quando ha personalità. Belle si diventa, alcune diventano bellissime con il carattere e con l’ironia”.

Per finire, visto che viene da un posto molto legato alla tradizione, lei è credente?
”Assolutamente si, anche se non pratico come dovrei perché non amo certi preti. Mi piace molto il Papa attuale, lo trovo simpatico ed attuale”.

Iscriviti alla newsletter
Tags:
alta modaanton giulio grandetiziana galli






Roma omaggia Renato Balestra, al tramonto esplode la magia del Blu Balestra

Roma omaggia Renato Balestra, al tramonto esplode la magia del Blu Balestra


Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.